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Intervista a Annalisa Scopinaro

Parlando con gli abitanti di Scandicci

Ultimo aggiornamento: 5 Settembre 2018 by Redazione

Interviste ai cittadini di ScandicciChi è Annalisa Scopinaro e quale è la sua storia?

Annalisa Scopinaro: sono un’«emigrante» a Scandicci dalla seconda elementare. Ho cominciato a vivere la città e i suoi quartieri da quando sono diventata mamma.

Di cosa ti occupi e di cosa ti sei occupata?

Annalisa Scopinaro: lavoro attualmente in una società commerciale, ho avuto una lunga esperienza nel settore pubblico e altre precedenti esperienze nel settore privato (amministrazione e marketing).

Ho un particolare interesse per le malattie rare (avendo un figlio con una patologia genetica rara) e ho sviluppato in questo settore una particolare competenza, sia attraverso la Presidenza di un’Associazione specifica, che con la collaborazione con la Federazione Italiana Malattie Rare, di cui attualmente sono Vice Presidente. I ruoli mi hanno portata a partecipare a tavoli di lavoro inter istituzionali, con rapporti con i Ministeri, l’Istituto Superiore di Sanità, le principali industrie Farmaceutiche e le rappresentanze nazionali di medici, pediatri e specialisti.

Da quanto abiti a Scandicci?

Annalisa Scopinaro: dalla seconda elementare. Salvo una parentesi, per lavoro, trascorsa a Milano.

In quale quartiere?

Annalisa Scopinaro: Vingone.

Quali dovrebbero essere secondo te le priorità della prossima amministrazione comunale per il tuo quartiere?

Annalisa Scopinaro: la creazione di percorsi salute/pedonali nelle strade di campagna che circondano il quartiere, il supporto alla Casa del Popolo che fa già moltissime iniziative per tenere vivo il quartiere, la creazione di qualche parcheggio in più.

Quali dovrebbero essere secondo te le priorità della prossima amministrazione comunale per la tua città?

Annalisa Scopinaro: avere obiettivi di sviluppo precisi che tengano conto della peculiarità del territorio. Sfruttare tranvia, parcheggio di Villa Costanza e Auditorium per dare vita anche a una vocazione turistica che è stata troppo tralasciata negli anni. Sviluppare il sistema di accoglienza, sfruttando anche le colline.
Dare coerenza all’utilizzo dei parchi esistenti (Acciaiolo, Poggio Valicaia, nuovo parco ex CNR) con un progetto che coniughi il tempo libero con iniziative culturali che possano essere attrattive anche per la Città Metropolitana.

Dotarsi finalmente di una piscina degna di questo nome.

Quali sono, se vi sono, le tue perplessità sull’operato e sull’operare dell’attuale amministrazione comunale di Scandicci?

Annalisa Scopinaro: prima di tutto una perplessità sullo sviluppo strutturale. Esaurita la spinta derivante dalla prima applicazione del Piano Rogers, che aveva un suo disegno e una sua originalità, non c’è stata una rivisitazione dello stesso piano alla luce dei cambiamenti profondi che ci sono stati nel frattempo nella città. L’Auditorium è rimasto una cattedrale nel deserto. Si sta andando avanti con la costruzione lungo l’asse tranviario quando per lungo tempo sono rimaste invendute case nel primo lotto costruito in Piazza Resistenza. Non si intravede un piano unitario, quello che aveva caratterizzato gli anni Doddoli-Gheri: durante questi mandati sono state rifatte buona parte delle piazze di Scandicci, dando dignità ai singoli quartiere; è stato realizzato lo spostamento del centro della città da Piazza Matteotti a Piazza della Resistenza.

Poi una perplessità sullo sviluppo economico. Non si intravedono una linea, un progetto per la città, sia dal lato industriale che da quello commerciale. È anche molto evidente lo scollamento con Firenze e con la Città Metropolitana più in generale, nonostante ci siano aree di confine che dovrebbero essere progettate a più mani, per tener conto delle rispettive influenze e necessità. La tranvia ha unito, ma anche messo in luce lo scollamento fra una città che ha un suo preciso sviluppo e anche parecchi problemi e un’altra che sembra non volersi ancora staccare dalla sua immagine storica di quartiere sub-urbano.

Infine, qualche dubbio sullo sviluppo sociale della città. Non è attrezzata per venire incontro alle esigenze di minori non accompagnati, donne maltrattate, profughi, nuclei monogenitoriali, disabili. Gli interventi si limitano a iniziative spot, spesso sollecitate dall’associazionismo che per fortuna è una delle forze della città e si fa carico della risoluzione della maggior parte dei problemi legati alle marginalità, compresa l’integrazione dell’immigrazione.

Come vedi il futuro della tua città? Quali i suoi punti di forza e quali invece i suoi tratti più vulnerabili, più problematici, meno solidi?

Annalisa Scopinaro: punti di forza la posizione strategica e centrale nella fascia fiorentina, con caratteristiche territoriali che lasciano spazio a qualsiasi iniziativa; i collegamenti (siamo al centro di tranvia, autostrade, due superstrade… ci manca solo la ferrovia). La forte presenza di Associazioni solide e attive. Le Case del Popolo che con le loro iniziative tengono vivi i quartieri.

Problematicità o tratti meno solidi: l’incertezza legata alla mancata programmazione trasparente dello sviluppo della città che tenga conto di tutti gli elementi, anche sottolineati in alcuni studi commissionati dalla Città Metropolitana o sostenuti dalle precedenti Amministrazioni Comunali: se questi studi indicavano chiaramente una linea di sviluppo, possibilità di incremento delle attività economiche e di creazione di una rete metropolitana, perché si va in altre direzioni che sembrano francamente solo legate ad esigenze di cassa immediata piuttosto che a una reale preoccupazione di uno sviluppo sostenibile della città?

Filed Under: Interviste Tagged With: Annalisa Scopinaro, Interviste

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