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  • Emergenza Covid 19 – Servizi a Scandicci

Redazione

La DELEGA che mancava

Ultimo aggiornamento: 27 Aprile 2021 by Redazione

Tutto è compiuto (o quasi)
La Giunta è fatta (a parte le deleghe)
La maggioranza è compatta (anche se sembra una partita a poker)
Perché ora questa “brutta nota” del braccio di ferro tra PD e Italia Viva? (non sono già al Governo insieme? Non erano la stessa cosa fino a poco tempo fa?)
Via, su, risolviamola che è passato un mese e qui c’è da amministrare una Regione e governare processi.
Troviamo “la quadra” oltre che la “squadra”
D’altronde si può tirare un respiro di sollievo visto il pericolo “scampato”.
Inoltre le poche notizie filtrate già da primavera erano:
– Monni e Spinelli in giunta (un bene, in quanto due donne piene di esperienza e valore a cui va il nostro buon lavoro)
– Merlotti consigliere regionale.
“il Giani farà tutto ciò che serve per far rientrare Merlotti in quanto la loro amicizia va avanti da anni” (poco importa come abbia agito e come si sia comportato in questi anni come segretario di partito)
– il Rossi in giunta a Signa perché serve essere amministratori per poi candidarsi successivamente in qualche “vicenda” prossima che miri all’Europa.
Tutto ciò che doveva essere è stato.
Mi auguro che questa partita (durata sin troppo) si chiuda che di preoccupazioni ne abbiamo già tante (Azzolina su La7 ne è un esempio).
Per fortuna a livello nazionale la leadership è indiscussa e il Governo efficiente (fa comunicazioni chiare e senza ingenerare interpretazioni di ogni tipo).
Le Regioni sono allineate e coperte (vedi De Luca e la Campania) e il Presidente del Consiglio “non governa con il favore delle tenebre” (anche se poi occupa quel ruolo perché era sintesi di una coalizione con “l’Uomo Nero”) e seppur solo in una stanza, la sua, parla a reti unificate indossando la mascherina per solidarietà e sensibilizzazione nei confronti del suo Paese (durante il lock down, in piena pandemia mai accaduto…Sarà stato Casalino a suggerirlo ora per alleggerire la tensione e creare con-divisione).
Ps. Immaginavo la democrazia fatta di coscienza, libertà, partecipazione e meritocrazia.
Non credevo si reggesse con la paura, le prese di giro, le amicizie, i legami e gli accordi di potere
Ma il problema è tutto mio naturalmente.
Speriamo ci pensino Ferragni e Fedez a sensibilizzare la collettività e non sono ironica anzi penso che andrà tutto bene…Siamo sulla Buona Strada.
Gli Articolo 31 avevano pronosticato Ambra Prima Donna Presidente nel 2030
A questo punto io me lo auguro!

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La REGIONE che mancava

Ultimo aggiornamento: 27 Aprile 2021 by Redazione

In questo periodo molte persone mi hanno cercato per chiedermi quali indicazioni di voto avrebbe dato “Aria che mancava”.
Ci tengo a precisare che essendo Aria una realtà realmente civica e strutturata sul territorio di Scandicci le intenzioni di voto di chi mi è vicino, sono diverse.
Sia sul referendum (meno) sia sulle preferenze da dare in Toscana.
Personalmente al referendum voterò NO e alla Regione votero’ TOSCANA A SINISTRA.
Minimo comun denominatore l’importanza della partecipazione e delle attribuzioni di responsabilità.
Fuori e distanti da “figure appesantite” dal “è sempre andata cosi”.

Ritengo che Fattori e i suoi candidati abbiano costruito una RETE di “MOVIMENTI dal basso” “saltando l’ostacolo” e proponendo un’IDEA di PRESENTE REALE ma soprattutto una PROPOSTA di GOVERNO.

A Firenze ho riscontrato questa qualità anche in GIUDITTA PASOTTO di ORGOGLIO TOSCANA che ha dedicato gli ultimi anni della sua vita ad accogliere “solitudini” e dare loro risposte concrete e speranze.
Un uragano di entusiamo e creatività. Un’imprenditrice sociale che per crescere abbisogna di Istituzioni “veloci e presenti” e che si candida anche per far sì che non accada più che una buona idea non venga ascoltata.

Molte delle persone di Aria hanno “sposato” le mie considerazione mentre altre, altrettanto vicine, o per sensibilità politica o per scongiurare il pericolo delle destre in Toscana
voteranno GIANI con preferenza per lo più o MONIA MONNI (PD) o per STEFANO PACINOTTI (ITALIA VIVA)

Aria che mancava ha sempre sostenuto la politica fatta da DONNE come Monia Monni.
Alla consigliera MONNI abbiamo riconosciuto l’impegno, la presenza sul territorio e la combattività.
Per quanto ci siano distanze rispetto al PARTITO che rappresenta, ci auguriamo che persone come lei occupino posizioni di rilievo.

Altri voteranno GIANI con preferenza
STEFANO PACINOTTI.
Per mio personale percorso politico è “quasi inconcepibile” che qualcuno di Aria esprima una preferenza per il partito di Renzi,
eppure la preferenza è legata ad un ragazzo che, sbagliate o giuste, ha fatto SCELTE ben precise, nella sua vita pubblica e privata.
Certamente ha scelto il suo destino in maniera consapevole.
Certamente si è messo in gioco.
Deve fare ancora tanta esperienza ma Stefano e’ già sulla buona strada perché si è dimostrato subito un amministratore che ti ascolta e si confronta.

Qualcuno dara’ un VOTO DISGIUNTO
Fattori + Preferenza di cui sopra o al contrario GIANI + Toscana a Sinistra.

Vedremo come andrà.
In bocca al lupo a tutti noi.
Il FUTURO non aspetta.
Buona partecipazione.

Filed Under: Politica locale, Uncategorized Tagged With: aria che mancava, Chiara De Lucia, la regione che mancava

La MENSA che mancava

Ultimo aggiornamento: 27 Aprile 2021 by Redazione

Come se fosse una novità legata al Covid.
Basta guardarsi i consigli comunali di settembre 2014, 2015, 2016, 2017,2018,2019 per capire che qualcuno è recidivo a programmare e a governare le esigenze delle famiglie.
Tanto poi se le donne restano a casa e non lavorano i mediocri son sempre contenti

Filed Under: Politica locale, Pubblica utilità, Uncategorized Tagged With: aria che mancava, covid, la mensa che mancava

La DONNA che mancava

Ultimo aggiornamento: 27 Aprile 2021 by Redazione

Grazie a Gengle e alla sua fondatrice Giuditta Pasotto è stato lanciato www.abiToscana.com, sito in cui poter approfondire la delicatissima questione dell’EMERGENZA ABITATIVA.
Il tema viene affrontato da ogni punto si vista.
Confronto tra offerta e domanda, soluzioni di COABITAZIONE e servizi di supporto e ascolto per qualsiasi persona.
Soluzioni temporanee per chi è disposto a condividere il suo spazio e il suo tempo con persone che hanno le sue stesse esigenze.
Dai genitori single a ogni tipo di solitudine.
In uno scambio costante di collaborazioni fra mercato, privati, enti pubblici ed associazioni che già si occupano del DIRITTO alla RESIDENZA, paradossalmente più negato nei luoghi di alta densità abitativa come le città metropolitane.
L’obiettivo è costituire un’AGENZIA SOCIALE PER LA CASA dove trovare non solo un tetto ma un percorso comunitario che valorizzi le risorse di chi si incontra.
La legge su tale istituto in Toscana esiste già dal lontano 2015 ma per ora è ancora tutto molto fumoso e poco chiaro a riguardo.
Confidiamo che la prossima Legislatura ci dia più soddisfazioni.
La CASA è una questione che deve interessare TUTTI senza distinzione di età, sesso, orientamenti vari, percorsi di vita o di partito
Se si ha un lavoro e si è senza casa presto si finisce per impoverirsi o deprimersi e si cade in povertà sentendosi “esubero” e generando una “spesa pubblica consistente”
Se si ha un tetto (a prezzi congrui alla propria situazione economica) e lo si condivide con altre storie almeno la distanza e l’odio sociale diminuiscono fortemente…e non è poco.
Ringrazio quindi ancora Giuditta Pasotto e GenGle
PS. Attualmente Giuditta è candidata a Firenze nella Lista Civica Orgoglio Toscana
Le auguro il mio più sincero in bocca al lupo perché la politica avrebbe bisogno di donne come lei.
Da una piccola domanda che si è fatta ha generato una comunità che vive, tanto nella rete quanto nell’incontro personale.
Caso più unico che raro tanto da essere studiato e “preso ad esempio” da chi si occupa di “fenomeni sociali”.
Entusiasmo, creatività, risultati.
Progetti che sono più “bigliettino da visita” di qualsiasi “santino o soap opera elettorale”
Sono certa che Giuditta farà bene, qualsiasi sia il suo destino immediato.
In ogni caso per noi sarà un orecchio che ascolterà quello che le mani fremono già di costruire.

https://www.facebook.com/giuditta.pasotto1/posts/10223347017649912

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L’APPELLO che mancava

Ultimo aggiornamento: 27 Aprile 2021 by Redazione

Domenica prossima, 06 settembre 2020, dalle 09.00 alle 19.00, si svolgeranno le votazioni per l’elezione del nuovo Consiglio di Humanitas. Potranno partecipare i soci del 2019.
È importante partecipare perché Humanitas è molto di più di quel che richiama alla mente di ognuno di noi.


Humanitas, oltre ad essere IDENTITÀ, CURA e RIFUGIO è anche RISPOSTA SOCIALE ai tanti INVISIBILI di oggi.

Humanitas è anche HABIBI.

https://www.humanitas-scandicci.it/tag/habibi/

Habibi significa AMATO.
Nessun nome poteva essere più giusto per un progetto!
Negli ultimi quattro anni, 30 PERSONE hanno trovato un TETTO in un momento di difficoltà, se non di disperazione!

Attualmente Habibi si occupa di CINQUE grandi appartamenti dove vivono in COABITAZIONE 12 adulti e 3 bambini a cui è stata data non solo una casa (che comunque è un’utopia per molti e ancor più, purtroppo, lo diventerà!) ma soprattutto ASCOLTO e FIDUCIA quando nessuno era più “disponibile o interessato” a farlo.
Habibi è un luogo dove NASCERE (abbiamo scoperto la bellezza di due fiocchi rosa) e RINASCERE.
Habibi è SOLUZIONE, un punto di riferimento per le POLITICHE DELL’ABITARE e per il DIRITTO alla RESIDENZA tanto da essere un’esperienza studiata ed inserita in due corsi per “assistenti sociali ed educatori” promossi e finanziati dalla Regione Toscana.
Habibi è RETE, CONFRONTO e COLLABORAZIONE con altre associazioni e imprese sociali che si occupano di fragilità.
Siamo solo all’inizio e tanto c’è ancora da fare.
Tutto è perfettibile e qualcosa è certamente da correggere ma si sa…
“Solo chi fa, sbaglia”!
Molto, e certamente di più, abbiamo e avremo da COSTRUIRE.
In bocca al lupo, quindi, a tutti i candidati.
Tanto lavoro ci aspetta.
In particolare auguro a chi, con umiltà, si RI-CANDIDA di essere RI-ELETTO perché solo i “non eroi” sanno quanta fatica e sacrificio (se non dolore) si nascondono dietro al BENE.
Abbiamo bisogno di persone che hanno creduto, credono e crederanno che la VITA può (e deve) essere SALVATA in tanti modi, donando DIGNITÀ, CURA, SOCCORSO ed INDIPENDENZA.
A nome di tutte le lacrime e i sorrisi che questo progetto così UMANO ha significato per ogni parte coinvolta, RINGRAZIO chi ha creduto che prima di ogni cosa è l’AMORE l’unica risposta possibile.

PS. Permettetemi un appello alla preferenza di genere (è un mio cruccio).L’unica donna presente deve essere eletta 😉!

Filed Under: Cultura, Eventi, La nostra città, Pubblica utilità, Uncategorized Tagged With: Amato, HaBiBI, Le botteghe di San Bartolo

La REALPOLITIK che mancava

Ultimo aggiornamento: 22 Aprile 2021 by Redazione

La REALPOLITIK che mancava

Al via una nuova stagione del TEATRINO della politica locale e nazionale in vista dei prossimi appuntamenti elettorali previsti per settembre.
Da notare la “particolarmente infelice” scelta della data sia per il motivo serissimo di dover chiudere le scuole ad una settimana dalla loro probabile “nuova” apertura sia per un motivo “scaramantico” (e quindi di per sé ironico) perché scegliere il 20 del 2020 è quanto meno sfidare la sorte.
Certo dovevano fare in fretta… La politica non poteva rischiare che i cittadini fossero chiamati alle urne in un momento privo di contributi e misure pubbliche ancora attive a sostegno della crisi generata dal Covid.
Votare a rubinetti chiusi spaventa tutti, maggioranza e opposizione.
Perché al di là delle argomentazioni usate per propaganda, chiunque abbia il polso della situazione, e la politica dovrebbe averlo, sa che stiamo per entrare in “una valle di lacrime”.
Non lo dico per “cedere alle lusinghe della narrazione a tratti apocalittica (“non stiamo governando col favore delle tenebre”) a tratti terroristica che è stata fatta ma per sottolineare che la REALPOLITIK, anche dopo una pandemia, come obiettivo primario, si preoccupa e si preoccuperà più di assicurare la poltrona alla “propria gente” che di trovare soluzioni al disagio economico, lavorativo e abitativo che dilagherà da ottobre in poi (non che prima del Covid alcuni problemi non ci fossero).

Concedere, dare, distribuire non ha portato bene a questo Paese ma sembra essere l’unica strada che i politici conoscono.
Creare, costruire, condividere dovrebbe essere l’obiettivo di una classe dirigente responsabile.
L’emergenza mondiale invece di affievolire autoconservazione e spartizione dei ruoli e del potere ha ancora di più messo al centro la necessità di conservarsi un ruolo, qualunque esso sia.
A tal proposito faccio un esempio sulla comparsa di ieri di Renzi a Scandicci
Nel post di Italia Viva di ieri
“Matteo Renzi ritorna nel suo collegio Scandicci”
Infatti RITORNA adesso e come sempre per le elezioni, nel solito rituale che lo lega a questa città, per prendere voti.
In ogni caso, e certamente, non torna come Senatore, da rappresentante delle istituzioni,
ma come scrittore visto che è venuto a presentare il proprio libro.
Matteo Renzi è venuto a vendersi e a trasferire investiture “dinastiche” (ognuno dei tre consiglieri di Italia Viva ha già un familiare/congiunto che si è dedicato alla causa renziana)
Non è tornato nel “suo collegio”
Nel suo collegio, sui suoi temi non si è visto né sentito in città.
Comunque il Sindaco c’era quindi a breve, in ottica di coalizione, collaborazione e spartizione delle cariche, qualcuno di Italia Viva andrà in Giunta o male che vada, se si accontentera’ “di poco”, alla Presidenza di Farma.net.
Poco ma sicuro.
Per blindare ora e in futuro la maggioranza, almeno localmente.
D’altronde fino al 26 maggio 2019, a parte le scaramucce interne per darsi reciprocamente un senso dinanzi allo specchio prima che agli elettori, erano “un’unica famiglia” e solo insieme hanno potuto e potranno mantenere il “sistema” cittadino. Altro che la guerra alle destre. Qui l’argine è non rischiare mai un ballottaggio o la poltrona.
Basti pensare che ieri orbitavano in piazza molti PD che non osano lasciare il partito solo per avere un posto alle Regionali ma che amano Renzi visceralmente… Chissà che dispiacere sarà stato non poter essere vicino a Matteo. Ma mi sa la politica richiede sacrifici.
I significati non vanno nascosti anche perché se gli scandiccesi, e i fiorentini in genere, sono contenti è bene che vada così.
È anche vero che i significati non vanno neanche rincorsi o creati dove non ci sono per avere un po’ di popolarità.
Il marketing elettorale è una cosa seria e tutti i politici sperano nell’antico motto “purché se ne parli” e spesso l’orecchio è teso verso ciò che può far presa.
L’antifascismo in primis, la parità di genere in ascesa, passando per la sempre eterna questione ambientale.
Strumentalizzare queste questioni a proprio vantaggio non è corretto ed è perfino pericoloso e controproducente. Si lavora e si agisce per “curare” gli effetti negativi dei veleni…Non si mettono certi argomenti in “piazza” per opportunità.
Ad esempio la mia piena solidarietà va alla Consigliera Regionale Monia Monni per i gravissimi i commenti “sessuali” ricevuti a seguito del suo post in relazione a quanto accadutole in Consiglio Regionale col collega Marco Stella.
La solidarietà dell’#iononstobona è stata subito virale. Sono giorni che ci penso ma davvero non riesco a ritenere che “sta bona” abbia un significato diverso da “stai calma”.
Francamente non credo che se fosse stato un uomo Stella non avrebbe detto “stai bono”.
Non ci vedo una discriminazione di genere.
Ci vedo maleducazione e poco rispetto istituzionale ma ho vissuto di peggio a Scandicci.
Basti ricordare che ancora viene definita Democratica una maggioranza che ha sfilato la tessera e se ne è andata dall’Aula togliendo all’opposizione la possibilità di parlare.
Li lo “state boni” è imposto in maniera definitiva e autoritaria.
Ma per tornare a “sta bona” è ancora più discutibile rispetto al “guinzaglio” e al più famoso “con le palle” che è diventato il pretesto su cui fare nasce il Colore del Rispetto prima come “Associazione” e poi come lista civica.
Inoltre come già mi è accaduto in passato con la Diye Ndiaye che voleva “rispetto” ma che non ha esitato a definirmi una “poco di buono” con la maestra di mio figlio (anche sua dipendente perché all’epoca assessore alla scuola), nella sfilata di chi non ha esitato a “prestare solidarietà” a Monia Monni ho ritrovato alcune persone che pur avendo avuto (o avendo ancora) cariche sulle pari opportunità non solo non hanno mai partecipato attivamente alle iniziative ma non ne hanno promosse di nuove.
Probabilmente bisognerebbe essere più pratici e accorgersi che la battaglia per la parità di genere passa attraverso le politiche e il sostegno quindi tramite un cambiamento di classe dirigente. Quella attuale è misogina e spesso la donna è suffisso “ana” o “ina” di qualcuno. Sia chiaro i suffissi valgono anche per gli uomini ma per le donne si ragiona sempre così.
Anche di Monia Monni ho sentito parlare così.
Prima delle ultime elezioni regionali nel PD si diceva “la partita sarà chiusa quando si troverà la candidata renziana…. stiamo lavorando su Monia Monni”.
Sono passati cinque anni e Monia Monni si è rivelata una persona intelligente e presente.
Addirittura una legge porta il suo nome. Non ha bisogno di pretesti…eppure il marketing pretende esposizione.
Sono convinta che fuori dalla campagna elettorale la stessa scena non avrebbe generato # ma solo un confronto politico. Che Monia Monni avrebbe comunque vinto.
Il linguaggio è un prodotto del pensiero.
Lo si manipola per esigenza.
Sembra che i politici non aspettino altro che diventare martiri o governare in emergenza.
Dovrebbero intanto uscire dal teatrino…E migliorare realmente la realtà
PS. A tutte le persone sensibili e solidali ricordo di sollecitarsi e di sollecitare i propri referenti politici a praticare azioni e non a parlare per il gusto di apparire.
Da fare c’è molto. Ad esempio a Scandicci c’è ancora una donna sottoterra che dovrebbe essere cremata, donna a cui il marito omicida ha tolto la vita e lo Stato l’aldilà. Qualcuna può fare qualcosa? O per allargare il quadro e parlare di altre forme di violenza psicologica ed economica, ribadisco che meno donne torneranno a lavoro un po’ perché saranno le prime ad essere licenziate un po’ perché economicamente sarà convenienza della loro famiglia che stiano a casa, soprattutto se lavorano su turni e se hanno bambini.
Siamo in un Paese che seleziona sulla volontà/possibilità di avere figli come se nascessero in default da un’unica persona (a meno che non sia “ana” o “ina” di qualcosa o di qualcuno)

Filed Under: Uncategorized

La RESIDENZA che mancava di “Chiara De Lucia”

Ultimo aggiornamento: 7 Luglio 2020 by Redazione

“Mi dispiace ma non ho niente di disponibile per la sua ricerca, provi a richiamare piu’ in la’”
In questi giorni rispondere alle richieste delle persone che cercano un affitto e’ una pena.
Tutti in cerca di residenza.
Di un diritto diventato “lusso” destinato a pochi.
Tra contratti di lavoro “particolari” ricongiungimenti familiari, separazioni, numero di figli o anziani superiore a uno…Per non parlare poi dell’approccio diffidente (che dopo la pandemia e’ all’apice) e dei commenti verso l’altro. Sono tutti diventati “famigerati”.


A volte sono reali situazioni di fragilita’, che avrebbero bisogno di altro tipo di sostegno a volte solo pregiudizi e stereotipi.
Eppure molte di queste persone potrebbero avere tutte le caratteristiche per onorare un “contratto” ma vengono “tagliate fuori” senza neanche avere la possibilita’ di accesso al mercato, senza neanche poter produrre i documenti e le garanzie di cui sono in possesso.
Sia chiaro il proprietario deve essere tutelato e senza presupposti economici seri non puo’ prendere, e quindi io per lui, scelte azzardate o incomplete. Ma queste persone come fanno o faranno? Ogni volta che chiudo l’ulteriore chiamata sento delusione se non disperazione
Non fisso neanche piu’ appuntamenti se non ho prima tutte le informazioni perche’ alcune situazioni le reggo gia’ male a distanza, figuriamoci in presenza.
Oggi una signora con tre bambini e’ scoppiata a piangere al telefono chiedendomi “dove vado io se nessuno mi aiuta”? Non lo so e non potendo “aiutare” mi ritrovo ad essere anche abbastanza drastica nel dire a lei, come a tanti,  che la loro ricerca sara’ complicata se non impossibile. Alcuni sono sfiniti, stanchi, arrabbiati perche’ stanno cercando inutilmente gia’ da mesi.
Riguarda molti perche’ nella felice “Area Metropolitana di Firenze  e’ sempre piu’ difficile trovare un contratto di locazione ad uso abitativo di lungo periodo.
Gia’ prima della Pandemia la proporzione tra appartamenti destinati al “transito” (in prevalenza di tipo turistico con massima resa e minimi vincoli)  era aumentata a dismisura capovolgendo un rapporto che gia’ a partire dal 2016 si era incrinato penalizzando la residenza che, prima, era “scontata” ed ora “pagata a peso d’ora o legata all’umanita’ di qualche singolo ed illuminato proprietario (fare un contratto concordato vero diminuisce, fino ad annullare , il rischio locativo perche’ riflette nel prezzo  l’equita’ delli scambio creando un legame fiduciario chiaro ed onesto sin da subito)
Oggi la situazione e’ critica e anche pericolosa.
Perche’ senza una prospettiva di lungo periodo le persone non possono “costruire” un percorso stabile. Quindi la citta’ si riempie di “consumatori temporanei” che certamente non aiutano lo.sviluppo della comunita’, relegando quest’area alla “permanenza di chi puo’ acquistare” e all’allontanamento di chi prova a costruirsi una vita passo dopo passo.
La politica, come suo solito ormai, non solo ignora questo problema – che potrebbe essere  “tamponato prima e risolto poi” con lievi variazioni fiscali visto che e’ impossibile, data questa classe dirigente, ipotizzare una revisione realistica delle leggi ferme al 98 – ma anzi ha peggiorato la situazione.
Il Governo infatti ha certamente contribuito a creare un’emergenza abitativa estendendo la tassazione minima, prima prevista solo per gli abitativi concordati di lungo periodo, anche alle tipologie transitorie.
Nulla di piu’ errato.
Almeno prima per “avere agevolazioni fiscali” le persone dovevano comunque impegnarsi per un periodo minimo di tre anni e calcolare il prezzo della locazione in base agli Accordi territoriali che hanno avuto un pessimo “aggiornamento nel 2017” per omologarsi ai parametri minimi di Firenze che tutto hanno prodotto tranne che abbassare il prezzo e che anzi “stimolano” all’evasione.
Certo alcuni proprietari e conduttori hanno vere esigenze di transitorieta’. Il prezzo e’ calcolato sempre sugli Accordi ma il tempo massimo di “permanenza e’ da 1_18 mesi”
A fronte del breve vincolo temporale della proprieta’ pero’ alla locazione dovrebbe corrispondere una tassazione assimilabile e a mio modesto avviso addirittura maggiore, a quella del contratto libero, che certo non ha parametri per la determinazione del prezzo ma dove la proprieta’ si vincola almeno per quattro anni (se ha dei motivi previsti dalla legge per interrompere la locazione) se non di otto.
Il mondo, invece, va al contrario.
Consuma invece di costruire per pulirsi la coscienza con qualche contributo sulle bollette o sulla locazione una tantum.
La situazione non potra’ che peggiorare in autunno. Una politica seria dovrebbe porsi l’obiettivo di garantire a tutti la condizione di poter realizzare la propria persona e dovrebbe rimuovere tutti gli ostacoli ad ogni sorta di discriminazione.
Se la politica non riesce ad immaginare soluzioni (che per fortuna altre realta’ creano, progettano e realizzano) almeno dovrebbe lavorare sulla fiscalita’ piu’ che appiattirsi sui bisogni di lobbies piu’ o meno esplicite.
Mi si potrebbe obiettare che “solo con coscienza, cultura ed educazione civica” questi problemi posso essere d’accordo. Ma poi ho scoperto che per cambiare le cose bisogna che il vantaggio sia diffuso. Non si puo’ affrontare il disagio abitativo senza garantire il diritto di un proprietario ad essere garantito.
Purtroppo “senza vantaggio”, “senza convenienza” ho capito che non c’e’ neanche disponibilita’ all’ascolto, figuriamoci alla scelta.
Viceversa dove la proprieta’ ha le garanzie e le possibilita’ di conoscere si abbattono le distanze e I pregiudizi. Nell’equita’ di richieste e risposte stabili e convenienti.
Il tempo per pensarci era ieri.
Un’idea “buona” puo’ essere solo virtuosa per I proprietari, per I cittadini e per il carico pubblico.
Vanno prese iniziative serie
Presto.
Prima.

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La PROGRAMMAZIONE che mancava “di Chiara De Lucia”

Ultimo aggiornamento: 21 Giugno 2020 by Redazione

Vi dedico una canzone scritta ieri sera
La mia citta’

La PROGRAMMAZIONE che mancava “di Chiara De Lucia”

Sui centri estivi comunali.

Era fine MARZO quando dopo una “discussione” in chat sul servizio didattico a distanza che non era ancora partito, suggerivo alla classe di Giuseppe (3 anni) di invitare il Sindaco, l’Assessora e gli uffici a programmare un rientro per meta’ giugno per I piu’ piccoli laddove fosse stato permesso dal Governo.
Ho sempre sperato che la pandemia si sarebbe arrestata intorno al 26 maggio perche’ essendo iniziata il 9 marzo (giorno derimente per il mio percorso politico) le avevo dato una “scadenza” in un giorno altrettanto significativo.
A darmi ancor di piu’ speranza era stata poi la sicurezza con cui una dirigente dell’Agenzia delle Entrate mi aveva detto che il Covid sarebbe finito il 31 maggio e che gli uffici avrebbero riaperto il 3 giugno.
Quindi, dando per probabile un “ritorno alla normalita’ per quella data, considerando la differenza di gestione e di aperture/chiusure fra scuole comunali e statali, avevo suggerito di “spingere” affinche’ fosse stabilito un piano di azione nell’ipotesi di un eventuale rientro.
Poi, a fine MAGGIO, e’ stato “lanciato” il sondaggio fra i genitori per I bambini dai 6 anni in su. Lasciamo perdere la tipologia delle domande. Mi aspettavo, sbagliando come al solito, qualcosa di inerente alla qualita’ e alla differenziazione del servizio anche in relazione alla percezione della questione “salute/sicurezza”. Tutto era incentrato sull’orario e sull’eventuale bisogno di un sostegno allo studio.
Contemporaneamente si e’ andata poi strutturando anche l’offerta per I bambini dai 3 ai 6 anni da parte di alcune strutture che hanno deciso di offrire servizi anche per quella fascia di eta’.
Di qui la corsa alle pre-iscrizioni anche se con un notevole (seppur equo rispetto ai servizi offerti) dispendio di risorse.
D’altronde di necessita’ va fatta virtu’ soprattutto se si e’ soli e senza sostegno nella scelta fra “non lavorare” e ripartire (premetto che io sono fortunata perche’ con il lavoro che faccio “rientrare” e’ piu’ semplice rispetto a chi lavora al dettaglio!)
Poi, all’improvviso l’11 GIUGNO, una lettera del CRED (Centro Risorse Educative Didattiche) alle rappresentanti per sondare la partecipazione a dei centri estivi comunali gratuiti che “stavano pensando di fare” dal 22 giugno fino al 10 luglio per I bambini da 3 a 6 anni con orario di svolgimento fissato in 4 ore antimeridiane, senza pranzo.
Di qui tre riflessioni:

1) “stavano pensando di fare” e’ una formula un po’ fantasiosa sia nei tempi (a quattro giorno dall’inizio di quelli gia’ programmati) sia nell’attribuzione di volonta’ da parte degli Amministratori locali.
La realta’ e’ che il Governo ha stanziato soldi VINCOLATI a questo necessario servizio pubblico. Infatti senza il fondo del decreto “Rilancio” attribuito al Comune a tale scopo, nessuno avrebbe investito risorse a prescindere perche’ in caso si sarebbe potuto “sondare” prima in maniera da cogliere immediatamente la normativa di riferimento (come e’ successo in altri Comuni di Italia) per svolgere le attivita’ nel pieno rispetto delle regole e dei protocolli stabiliti dal Governo e dalla Regione Toscana.
Anche stavolta pur essendo arrivata dopo, se non tardi, l’Amministrazione si definisce all’avanguardia anche se agendo cosi’ ha determinato notevoli disagi e dispiarita’,

2) la scuola non e’ potuta ripartire ma le strutture scolastiche sono state messe a disposizione delle associazioni e delle attivita’ che si sono assunte la RESPONSABILITA’ di farlo.
Eh si! Perche’ il problema della scuola sono stati i sindacati, le tante maestre “pendolari” che sono tornate al Sud ma soprattutto la totale “non voglia” della politica nazionale prima e locale poi di assumersi delle responsabilita’, politica che praticamente ha delegato tutto al privato e / o al Terzo Settore.
Lo Stato, come e’ ormai abituato a fare da molto prima della pandemia, ha trasferito fondi e luoghi pubblici a soggetti terzi senza neanche tentare di riorganizzare alcuni suoi settori organici anche se i dipendenti pubblici non hanno visto alcuna riduzione dello stipendio ne’ assegnazione di compiti diversificati (che potevano andare dall’ascolto delle persone alla distribuzione di mascherine e pacchi alimentari).
Passata gia’ una settimana dall’inizio dei centri estivi a pagamento “spunta” la soluzione illuminata per di piu’ gratuita. Ma solo per i bambini che frequentano le scuole comunali.
Con quale rispetto dovrei/potrei dire a chi mi ha offerto un servizio (per di piu’ avendo prenotato un posto per cui altri sono rimasti fuori) che per tre settimane mandero’ mio figlio da un’altra parte perche’ ne ho diritto visto che mio figlio e’ un bambino “privilegiato” perche’ “e’ comunale”? Con quale rispetto dovrei / potrei prendere Giuseppe e spostarlo come un pacco da una parte all’altra? Certo lo farei per fargli salutare un luogo, le maestre e gli amici con cui ha trascorso quasi tutta la sua vita e anche per risparmiare…Ma non posso davvero concepire questa improvvisazione della classe dirigente anche perche’ la ritengo fortemente discriminatoria
3) infatti, se avesse voluto, l’Amministrazione avrebbe potuto, naturalmente pensando, programmando e non solo “distribuendo”, garantire questo servizio per tutti I bambini della citta’ mettendo a disposizione altri luoghi pubblici e altri dipendenti oppure coordinandosi tra date, richieste e possibilita’ economiche con le cooperative e le associazioni che stavano gia’ svolgendo un servizio.
Fondamentale sarebbe stata anche una graduatoria delle esigenze e delle risorse a disposizione delle famiglie anche in accordo con i centri estivi gia’ partiti, anche perche’ poi “mezza giornata” risolve il giusto per chi non sa a chi appoggiarsi.
Non si possono avere bambini di serie A e di serie B, tanto meno famiglie e ancor meno donne.
E poi questa cosa della gratuita’ e’ veramente populista e a mio avviso anche grave da un punto di vista erariale. Il Comune avrebbe potuto contribuire alle spese delle famiglie (come ha fatto per I bambini sopra I 6 anni) abbattendo i costi delle tariffe proporzionalmente a come avviene normalmente.
Sarebbe stata una importante sperimentazione, utile anche per restituire “vita” ad alcuni luoghi della città e per creare comunita’.
Il problema e’ che “avrebbe potuto” “sarebbe stata” sono gia’ fallimenti e non certo soluzioni all’altezza di lode.
Intanto se volessero rimborsare tutte le persone che come me si erano organizzate con I centri estivi e con assunzioni di babysitter il conto sarebbe gia’ di 200 euro circa cadauno.
Se qualcuno volesse provvedere gliene saremmo grate/grati in molte/molti ma non accadra’ anche perche’ si sa che in questa citta’ rinunciare ai privilegi affinche’ non ci siano DISCRIMINAZIONI ma PARI OPPORTUNITA’ non solo non paga ma ha anche costi elevati.

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Il MINIMO COMUNE DENOMINATORE che mancava

Ultimo aggiornamento: 20 Giugno 2020 by Redazione

di Chiara De Lucia

Sono indecisa sull’ordine con cui trattare alcuni punti di pubblico interesse.
Sono troppi e non scrivo da un po’.
Sarebbe un saggio!
Nella mente gli argomenti sono:
–  l’ultima Commissione Garanzia e Controllo, il palese nervosismo della maggioranza su Farma.net, le strategie di blindatura che guideranno la scelta del nuovo CdA, la quasi inesistenza delle opposizioni (e’ stato un match Batistini contro tutti)
– I centri estivi gratuiti offerti per I bambini che frequentano I nidi comunali
– l’assenza del diritto alla residenza in questa citta’.

Oggi ne ho veramente sentite troppe e forse l’unica conclusione seria e’ che probabilmente
la pandemia ha mostrato, accelerando, le ipocrisie e la scarsa progettualita’ di questa classe dirigente.
Il paradosso e’ che “la gente” se ne lamenta con me!
Credo sia evidente dato il mio percorso, che non avevo dubbi neanche prima della pandemia ed anzi sono stata “possibilista e speranzosa” perche’ davanti ad un’emergenza credevo che ci sarebbe stato un cambio di atteggiamento positivo. Ho quindi cercato di proporre incontri e soluzioni che, naturalmente, sono caduti nel vuoto seppur, nel privato, hanno portato giovamento a tanti tra cittadini e imprese.

Ogni punto iscritto al mio odg odierno e’ davvero denso di elementi di analisi.
Li trattero’ con calma e separatamente.
Per adesso mi “accontento” di descrivere il loro
unico comun denominatore il “Sistema Scandicci”.
Dentro questo sistema esiste uno zoccolo duro di “scimmiette che non vedono, non sentono e non parlano” e che si tolgono le pulci fra loro.
D’altronde a Scandicci si vive bene e non ci si puo’ lamentare.
E’ un fiore all’occhiello dell’intera Citta’ Metropolitana, se non addirittura di Italia.
A Scandicci le “brutte cose” restano nelle “stanze del potere”, dentro ai mille caffe’ e pranzi lavorativi, ad aperitivi/cene amicali o finanche nelle feste di matrimonio.  Oppure sono solo chiacchiericcio e polemica.
Tutti sanno ma nessuno deve sapere.
Cittadini di serie A controllano tutto sfruttando I canali e I posti pubblici, facendo accordi per inserire “alfieri” nei consigli e nell’organigramma delle associazioni e di ogni aggregazione importante in citta’ in modo che la “classe dirigente” sia la stessa ovunque e possa contrastare immediatamente, con tutti I mezzi possibili – la calunnia in primis – il lavoro di chiunque “ragioni” fuori dallo schema.
Fate un gioco…Pensate a qualsiasi realta’ di una certa importanza a Scandicci, prendete i nomi del suo organo direttivo oppure chiedete “ai fedelissimi” chi sono le persone di riferimento nei diversi ambiti.
State certi che troverete “politici” che per poco non ce l’hanno fatta a farsi eleggere (di solito sono quelli remunerati con un lavoro) oppure di ritorno (ovvero quelli che hanno concluso il proprio percorso ma sono ancora utili alla conservazione dello status quo…a volte presenziano per rientrare in scena successivamente e a volte non ne hanno neanche bisogno perche’ sono eterni come figure “di garanzia”…grandi padri).
Spesso quelle realta’ hanno poi anche degli “sponsor”… 
Attivita’ dei componenti stessi o di familiari connesse allo spirito dell’aggregazione che rappresentano quindi oltre che a guadagnarne con pubblicita’ e forniture possono anche “elargire” favori, se non anche diritti che dovrebbero essere garantiti dalla Costituzione ma che non essendo universali nella realta’ diventano un “legame” di gratitudine per un lavoro, per una casa, per un’assistenza alla fragilita’.
Prima delle elezioni, sprovveduta, non capivo che piovra fosse questo Sistema. Ora sto studiando.
Ma proprio adesso che mi ero “abituata” all’idea che esistessero adulti di serie A e di serie B (tutto il resto delle persone non conta in quanto e’ ridotta al silenzio, allo scherno e all’isolamento) scopro che esistono anche BAMBINI di seria A e  di B (e quindi famiglie ma soprattutto DONNE di serie A e B)
Il bello in tutto questo e’ che per di piu’ si vuole perfino essere ringraziati, perche’ si e’ all’avanguardia, quando la DISCRIMINAZIONE e’ continua.
Programmare, progettare non e’ nello stile dell’attuale classe dirigente.
Trasferire risorse, chinare il capo al mercato, vendersi a “Firenze” o “al lusso” si.
Una Cenerentola senza lieto fine.
A Scandicci si sta bene.
Non importa che lo JUVENTUS CLUB di Scandicci sia “legato” all’arresto di un 23enne di Prato che circuiva I minori credendosi il Diavolo e manipolando le loro menti, approfittando in ogni modo dei suoi seguaci.
Non importa che la fiera dell’esoterismo si tenga qui ormai da qualche anno.
Non importa neanche che un INSOSPETTABILE di una societa’ sportiva sia stato arrestato per aver filmato, fotografato, conservato e probabilmente inviato a dei mostri uguali a lui immagini di ragazzini sotto la doccia, ragazzini  che si fidavano di lui per cui lui doveva essere una guida.
Non importa che due donne si siano quasi date fuoco durante la pandemia.
Non importa che una donna uccisa sia ancora sepolta sottoterra quando la sua volonta’ e la sua religione la vorrebbero cremata.
Non importa che le persone non abbiano diritto alla residenza in citta’ e che tutto sia votato “al lusso”, al transito.
Non importa che la citta’ e’ diventato il dormitorio che non voleva piu’ essere.
Non importa…O forse non importava…O piu’ probabilmente non importera’
Oppure, dopo l’autunno caldo che vivremo, forse I cittadini di serie B si uniranno e qualcosa cambiera’.
Numericamente sono molti, molti di piu’ dei tentacoli che il “potere” avra’ a disposizione.
A presto per i prossimi capitoli/approfondimenti

“Bravi, bravi, bravi voi
Bravi, bravi, bravi tutti voi
Ce lo dirà il tempo che questo non è oro
Ma luccica lo stesso”

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La PREGHIERA che mancava

Ultimo aggiornamento: 14 Maggio 2020 by Redazione

Di Chiara De Lucia

Oggi i credenti di tutte le diverse religioni dedicheranno una giornata di preghiera e digiuno a Dio per fermare la pandemia. Ognuno si rivolgerà al Creatore, comunque lo chiami. Il Papa ha “prevenuto” le critiche di chi etichettera’ questo gesto universale come “relativismo religioso”. Il Padre è di tutti, non di alcuni.
Ogni cuore che cerca Luce nasce e cresce nella propria vita, fatta di contesti.

Questo Amore è puro ed infinito.
In ogni tempo, luogo o condizione tende comunque al Bene.
Fede, preghiera e testimonianza sempre uniscono, mai separano.
La “discriminazione”, il “privilegio”, la “superiorità”, le “crociate” esistono solo all’interno di una violenta volontà di schiavizzare che trova nel “proselitismo” l’unica strada per tutelare e rafforzare “gli eletti”.
Quando anche la migliore delle cose è particolare,   legata a un nome ed un cognome specifico, ad una determinata situazione e non vale in generale, è sempre strumento o frutto di qualcosa di altro, di un egoismo, di un interesse, di un’esigenza. Il termine Pandemia dovrebbe essere universale. Significa “di tutto il popolo”.
Invece proprio la pandemia è relativa. Pandemia sanitaria, economica, della fame e della guerra sono termini errati perché sono sempre di molti…Non di tutti.
I pochi sanno a chi rivolgersi, come proteggersi,
come immunizzarsi. Ancor peggio sanno cosa e chi sacrificare per “man-tenere” la propria condizione intatta e, soprattutto nei momenti di disastro, per potenziarla e arricchirla
La tragedia riguarda molti, non tutti.
Gli anonimi, i fragili, gli invisibili, le solitudini quelli per cui non vale la pena esporsi e lottare.
Quelli che hanno già perso o che se perdessero non farebbero notizia.
A loro, oggi più di ieri e meno di domani, andrà il calore della mia speranza, della mia preghiera, della mia testimonianza.
Credo fermamente che qualcosa stia già cambiando e che il mondo nuovo ci sarà.
Avere Fiducia, affidarsi alla Provvidenza, credere oltre ogni evidenza rende il cuore libero e coraggioso. L’IO, invece, lo rende sempre e solo schiavo della propria Ombra che resta tale perché non è tutto oro quel che luccica
Oltre la cronaca o la contingenza,
la Luce vince sempre sul Buio.



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