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  • Emergenza Covid 19 – Servizi a Scandicci

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La REALPOLITIK che mancava

Ultimo aggiornamento: 28 Luglio 2020 by Redazione

La REALPOLITIK che mancava

Al via una nuova stagione del TEATRINO della politica locale e nazionale in vista dei prossimi appuntamenti elettorali previsti per settembre.
Da notare la “particolarmente infelice” scelta della data sia per il motivo serissimo di dover chiudere le scuole ad una settimana dalla loro probabile “nuova” apertura sia per un motivo “scaramantico” (e quindi di per sé ironico) perché scegliere il 20 del 2020 è quanto meno sfidare la sorte.
Certo dovevano fare in fretta… La politica non poteva rischiare che i cittadini fossero chiamati alle urne in un momento privo di contributi e misure pubbliche ancora attive a sostegno della crisi generata dal Covid.
Votare a rubinetti chiusi spaventa tutti, maggioranza e opposizione.
Perché al di là delle argomentazioni usate per propaganda, chiunque abbia il polso della situazione, e la politica dovrebbe averlo, sa che stiamo per entrare in “una valle di lacrime”.
Non lo dico per “cedere alle lusinghe della narrazione a tratti apocalittica (“non stiamo governando col favore delle tenebre”) a tratti terroristica che è stata fatta ma per sottolineare che la REALPOLITIK, anche dopo una pandemia, come obiettivo primario, si preoccupa e si preoccuperà più di assicurare la poltrona alla “propria gente” che di trovare soluzioni al disagio economico, lavorativo e abitativo che dilagherà da ottobre in poi (non che prima del Covid alcuni problemi non ci fossero).

Concedere, dare, distribuire non ha portato bene a questo Paese ma sembra essere l’unica strada che i politici conoscono.
Creare, costruire, condividere dovrebbe essere l’obiettivo di una classe dirigente responsabile.
L’emergenza mondiale invece di affievolire autoconservazione e spartizione dei ruoli e del potere ha ancora di più messo al centro la necessità di conservarsi un ruolo, qualunque esso sia.
A tal proposito faccio un esempio sulla comparsa di ieri di Renzi a Scandicci
Nel post di Italia Viva di ieri
“Matteo Renzi ritorna nel suo collegio Scandicci”
Infatti RITORNA adesso e come sempre per le elezioni, nel solito rituale che lo lega a questa città, per prendere voti.
In ogni caso, e certamente, non torna come Senatore, da rappresentante delle istituzioni,
ma come scrittore visto che è venuto a presentare il proprio libro.
Matteo Renzi è venuto a vendersi e a trasferire investiture “dinastiche” (ognuno dei tre consiglieri di Italia Viva ha già un familiare/congiunto che si è dedicato alla causa renziana)
Non è tornato nel “suo collegio”
Nel suo collegio, sui suoi temi non si è visto né sentito in città.
Comunque il Sindaco c’era quindi a breve, in ottica di coalizione, collaborazione e spartizione delle cariche, qualcuno di Italia Viva andrà in Giunta o male che vada, se si accontentera’ “di poco”, alla Presidenza di Farma.net.
Poco ma sicuro.
Per blindare ora e in futuro la maggioranza, almeno localmente.
D’altronde fino al 26 maggio 2019, a parte le scaramucce interne per darsi reciprocamente un senso dinanzi allo specchio prima che agli elettori, erano “un’unica famiglia” e solo insieme hanno potuto e potranno mantenere il “sistema” cittadino. Altro che la guerra alle destre. Qui l’argine è non rischiare mai un ballottaggio o la poltrona.
Basti pensare che ieri orbitavano in piazza molti PD che non osano lasciare il partito solo per avere un posto alle Regionali ma che amano Renzi visceralmente… Chissà che dispiacere sarà stato non poter essere vicino a Matteo. Ma mi sa la politica richiede sacrifici.
I significati non vanno nascosti anche perché se gli scandiccesi, e i fiorentini in genere, sono contenti è bene che vada così.
È anche vero che i significati non vanno neanche rincorsi o creati dove non ci sono per avere un po’ di popolarità.
Il marketing elettorale è una cosa seria e tutti i politici sperano nell’antico motto “purché se ne parli” e spesso l’orecchio è teso verso ciò che può far presa.
L’antifascismo in primis, la parità di genere in ascesa, passando per la sempre eterna questione ambientale.
Strumentalizzare queste questioni a proprio vantaggio non è corretto ed è perfino pericoloso e controproducente. Si lavora e si agisce per “curare” gli effetti negativi dei veleni…Non si mettono certi argomenti in “piazza” per opportunità.
Ad esempio la mia piena solidarietà va alla Consigliera Regionale Monia Monni per i gravissimi i commenti “sessuali” ricevuti a seguito del suo post in relazione a quanto accadutole in Consiglio Regionale col collega Marco Stella.
La solidarietà dell’#iononstobona è stata subito virale. Sono giorni che ci penso ma davvero non riesco a ritenere che “sta bona” abbia un significato diverso da “stai calma”.
Francamente non credo che se fosse stato un uomo Stella non avrebbe detto “stai bono”.
Non ci vedo una discriminazione di genere.
Ci vedo maleducazione e poco rispetto istituzionale ma ho vissuto di peggio a Scandicci.
Basti ricordare che ancora viene definita Democratica una maggioranza che ha sfilato la tessera e se ne è andata dall’Aula togliendo all’opposizione la possibilità di parlare.
Li lo “state boni” è imposto in maniera definitiva e autoritaria.
Ma per tornare a “sta bona” è ancora più discutibile rispetto al “guinzaglio” e al più famoso “con le palle” che è diventato il pretesto su cui fare nasce il Colore del Rispetto prima come “Associazione” e poi come lista civica.
Inoltre come già mi è accaduto in passato con la Diye Ndiaye che voleva “rispetto” ma che non ha esitato a definirmi una “poco di buono” con la maestra di mio figlio (anche sua dipendente perché all’epoca assessore alla scuola), nella sfilata di chi non ha esitato a “prestare solidarietà” a Monia Monni ho ritrovato alcune persone che pur avendo avuto (o avendo ancora) cariche sulle pari opportunità non solo non hanno mai partecipato attivamente alle iniziative ma non ne hanno promosse di nuove.
Probabilmente bisognerebbe essere più pratici e accorgersi che la battaglia per la parità di genere passa attraverso le politiche e il sostegno quindi tramite un cambiamento di classe dirigente. Quella attuale è misogina e spesso la donna è suffisso “ana” o “ina” di qualcuno. Sia chiaro i suffissi valgono anche per gli uomini ma per le donne si ragiona sempre così.
Anche di Monia Monni ho sentito parlare così.
Prima delle ultime elezioni regionali nel PD si diceva “la partita sarà chiusa quando si troverà la candidata renziana…. stiamo lavorando su Monia Monni”.
Sono passati cinque anni e Monia Monni si è rivelata una persona intelligente e presente.
Addirittura una legge porta il suo nome. Non ha bisogno di pretesti…eppure il marketing pretende esposizione.
Sono convinta che fuori dalla campagna elettorale la stessa scena non avrebbe generato # ma solo un confronto politico. Che Monia Monni avrebbe comunque vinto.
Il linguaggio è un prodotto del pensiero.
Lo si manipola per esigenza.
Sembra che i politici non aspettino altro che diventare martiri o governare in emergenza.
Dovrebbero intanto uscire dal teatrino…E migliorare realmente la realtà
PS. A tutte le persone sensibili e solidali ricordo di sollecitarsi e di sollecitare i propri referenti politici a praticare azioni e non a parlare per il gusto di apparire.
Da fare c’è molto. Ad esempio a Scandicci c’è ancora una donna sottoterra che dovrebbe essere cremata, donna a cui il marito omicida ha tolto la vita e lo Stato l’aldilà. Qualcuna può fare qualcosa? O per allargare il quadro e parlare di altre forme di violenza psicologica ed economica, ribadisco che meno donne torneranno a lavoro un po’ perché saranno le prime ad essere licenziate un po’ perché economicamente sarà convenienza della loro famiglia che stiano a casa, soprattutto se lavorano su turni e se hanno bambini.
Siamo in un Paese che seleziona sulla volontà/possibilità di avere figli come se nascessero in default da un’unica persona (a meno che non sia “ana” o “ina” di qualcosa o di qualcuno)

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La RESIDENZA che mancava di “Chiara De Lucia”

Ultimo aggiornamento: 7 Luglio 2020 by Redazione

“Mi dispiace ma non ho niente di disponibile per la sua ricerca, provi a richiamare piu’ in la’”
In questi giorni rispondere alle richieste delle persone che cercano un affitto e’ una pena.
Tutti in cerca di residenza.
Di un diritto diventato “lusso” destinato a pochi.
Tra contratti di lavoro “particolari” ricongiungimenti familiari, separazioni, numero di figli o anziani superiore a uno…Per non parlare poi dell’approccio diffidente (che dopo la pandemia e’ all’apice) e dei commenti verso l’altro. Sono tutti diventati “famigerati”.


A volte sono reali situazioni di fragilita’, che avrebbero bisogno di altro tipo di sostegno a volte solo pregiudizi e stereotipi.
Eppure molte di queste persone potrebbero avere tutte le caratteristiche per onorare un “contratto” ma vengono “tagliate fuori” senza neanche avere la possibilita’ di accesso al mercato, senza neanche poter produrre i documenti e le garanzie di cui sono in possesso.
Sia chiaro il proprietario deve essere tutelato e senza presupposti economici seri non puo’ prendere, e quindi io per lui, scelte azzardate o incomplete. Ma queste persone come fanno o faranno? Ogni volta che chiudo l’ulteriore chiamata sento delusione se non disperazione
Non fisso neanche piu’ appuntamenti se non ho prima tutte le informazioni perche’ alcune situazioni le reggo gia’ male a distanza, figuriamoci in presenza.
Oggi una signora con tre bambini e’ scoppiata a piangere al telefono chiedendomi “dove vado io se nessuno mi aiuta”? Non lo so e non potendo “aiutare” mi ritrovo ad essere anche abbastanza drastica nel dire a lei, come a tanti,  che la loro ricerca sara’ complicata se non impossibile. Alcuni sono sfiniti, stanchi, arrabbiati perche’ stanno cercando inutilmente gia’ da mesi.
Riguarda molti perche’ nella felice “Area Metropolitana di Firenze  e’ sempre piu’ difficile trovare un contratto di locazione ad uso abitativo di lungo periodo.
Gia’ prima della Pandemia la proporzione tra appartamenti destinati al “transito” (in prevalenza di tipo turistico con massima resa e minimi vincoli)  era aumentata a dismisura capovolgendo un rapporto che gia’ a partire dal 2016 si era incrinato penalizzando la residenza che, prima, era “scontata” ed ora “pagata a peso d’ora o legata all’umanita’ di qualche singolo ed illuminato proprietario (fare un contratto concordato vero diminuisce, fino ad annullare , il rischio locativo perche’ riflette nel prezzo  l’equita’ delli scambio creando un legame fiduciario chiaro ed onesto sin da subito)
Oggi la situazione e’ critica e anche pericolosa.
Perche’ senza una prospettiva di lungo periodo le persone non possono “costruire” un percorso stabile. Quindi la citta’ si riempie di “consumatori temporanei” che certamente non aiutano lo.sviluppo della comunita’, relegando quest’area alla “permanenza di chi puo’ acquistare” e all’allontanamento di chi prova a costruirsi una vita passo dopo passo.
La politica, come suo solito ormai, non solo ignora questo problema – che potrebbe essere  “tamponato prima e risolto poi” con lievi variazioni fiscali visto che e’ impossibile, data questa classe dirigente, ipotizzare una revisione realistica delle leggi ferme al 98 – ma anzi ha peggiorato la situazione.
Il Governo infatti ha certamente contribuito a creare un’emergenza abitativa estendendo la tassazione minima, prima prevista solo per gli abitativi concordati di lungo periodo, anche alle tipologie transitorie.
Nulla di piu’ errato.
Almeno prima per “avere agevolazioni fiscali” le persone dovevano comunque impegnarsi per un periodo minimo di tre anni e calcolare il prezzo della locazione in base agli Accordi territoriali che hanno avuto un pessimo “aggiornamento nel 2017” per omologarsi ai parametri minimi di Firenze che tutto hanno prodotto tranne che abbassare il prezzo e che anzi “stimolano” all’evasione.
Certo alcuni proprietari e conduttori hanno vere esigenze di transitorieta’. Il prezzo e’ calcolato sempre sugli Accordi ma il tempo massimo di “permanenza e’ da 1_18 mesi”
A fronte del breve vincolo temporale della proprieta’ pero’ alla locazione dovrebbe corrispondere una tassazione assimilabile e a mio modesto avviso addirittura maggiore, a quella del contratto libero, che certo non ha parametri per la determinazione del prezzo ma dove la proprieta’ si vincola almeno per quattro anni (se ha dei motivi previsti dalla legge per interrompere la locazione) se non di otto.
Il mondo, invece, va al contrario.
Consuma invece di costruire per pulirsi la coscienza con qualche contributo sulle bollette o sulla locazione una tantum.
La situazione non potra’ che peggiorare in autunno. Una politica seria dovrebbe porsi l’obiettivo di garantire a tutti la condizione di poter realizzare la propria persona e dovrebbe rimuovere tutti gli ostacoli ad ogni sorta di discriminazione.
Se la politica non riesce ad immaginare soluzioni (che per fortuna altre realta’ creano, progettano e realizzano) almeno dovrebbe lavorare sulla fiscalita’ piu’ che appiattirsi sui bisogni di lobbies piu’ o meno esplicite.
Mi si potrebbe obiettare che “solo con coscienza, cultura ed educazione civica” questi problemi posso essere d’accordo. Ma poi ho scoperto che per cambiare le cose bisogna che il vantaggio sia diffuso. Non si puo’ affrontare il disagio abitativo senza garantire il diritto di un proprietario ad essere garantito.
Purtroppo “senza vantaggio”, “senza convenienza” ho capito che non c’e’ neanche disponibilita’ all’ascolto, figuriamoci alla scelta.
Viceversa dove la proprieta’ ha le garanzie e le possibilita’ di conoscere si abbattono le distanze e I pregiudizi. Nell’equita’ di richieste e risposte stabili e convenienti.
Il tempo per pensarci era ieri.
Un’idea “buona” puo’ essere solo virtuosa per I proprietari, per I cittadini e per il carico pubblico.
Vanno prese iniziative serie
Presto.
Prima.

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La PROGRAMMAZIONE che mancava “di Chiara De Lucia”

Ultimo aggiornamento: 21 Giugno 2020 by Redazione

Vi dedico una canzone scritta ieri sera
La mia citta’

La PROGRAMMAZIONE che mancava “di Chiara De Lucia”

Sui centri estivi comunali.

Era fine MARZO quando dopo una “discussione” in chat sul servizio didattico a distanza che non era ancora partito, suggerivo alla classe di Giuseppe (3 anni) di invitare il Sindaco, l’Assessora e gli uffici a programmare un rientro per meta’ giugno per I piu’ piccoli laddove fosse stato permesso dal Governo.
Ho sempre sperato che la pandemia si sarebbe arrestata intorno al 26 maggio perche’ essendo iniziata il 9 marzo (giorno derimente per il mio percorso politico) le avevo dato una “scadenza” in un giorno altrettanto significativo.
A darmi ancor di piu’ speranza era stata poi la sicurezza con cui una dirigente dell’Agenzia delle Entrate mi aveva detto che il Covid sarebbe finito il 31 maggio e che gli uffici avrebbero riaperto il 3 giugno.
Quindi, dando per probabile un “ritorno alla normalita’ per quella data, considerando la differenza di gestione e di aperture/chiusure fra scuole comunali e statali, avevo suggerito di “spingere” affinche’ fosse stabilito un piano di azione nell’ipotesi di un eventuale rientro.
Poi, a fine MAGGIO, e’ stato “lanciato” il sondaggio fra i genitori per I bambini dai 6 anni in su. Lasciamo perdere la tipologia delle domande. Mi aspettavo, sbagliando come al solito, qualcosa di inerente alla qualita’ e alla differenziazione del servizio anche in relazione alla percezione della questione “salute/sicurezza”. Tutto era incentrato sull’orario e sull’eventuale bisogno di un sostegno allo studio.
Contemporaneamente si e’ andata poi strutturando anche l’offerta per I bambini dai 3 ai 6 anni da parte di alcune strutture che hanno deciso di offrire servizi anche per quella fascia di eta’.
Di qui la corsa alle pre-iscrizioni anche se con un notevole (seppur equo rispetto ai servizi offerti) dispendio di risorse.
D’altronde di necessita’ va fatta virtu’ soprattutto se si e’ soli e senza sostegno nella scelta fra “non lavorare” e ripartire (premetto che io sono fortunata perche’ con il lavoro che faccio “rientrare” e’ piu’ semplice rispetto a chi lavora al dettaglio!)
Poi, all’improvviso l’11 GIUGNO, una lettera del CRED (Centro Risorse Educative Didattiche) alle rappresentanti per sondare la partecipazione a dei centri estivi comunali gratuiti che “stavano pensando di fare” dal 22 giugno fino al 10 luglio per I bambini da 3 a 6 anni con orario di svolgimento fissato in 4 ore antimeridiane, senza pranzo.
Di qui tre riflessioni:

1) “stavano pensando di fare” e’ una formula un po’ fantasiosa sia nei tempi (a quattro giorno dall’inizio di quelli gia’ programmati) sia nell’attribuzione di volonta’ da parte degli Amministratori locali.
La realta’ e’ che il Governo ha stanziato soldi VINCOLATI a questo necessario servizio pubblico. Infatti senza il fondo del decreto “Rilancio” attribuito al Comune a tale scopo, nessuno avrebbe investito risorse a prescindere perche’ in caso si sarebbe potuto “sondare” prima in maniera da cogliere immediatamente la normativa di riferimento (come e’ successo in altri Comuni di Italia) per svolgere le attivita’ nel pieno rispetto delle regole e dei protocolli stabiliti dal Governo e dalla Regione Toscana.
Anche stavolta pur essendo arrivata dopo, se non tardi, l’Amministrazione si definisce all’avanguardia anche se agendo cosi’ ha determinato notevoli disagi e dispiarita’,

2) la scuola non e’ potuta ripartire ma le strutture scolastiche sono state messe a disposizione delle associazioni e delle attivita’ che si sono assunte la RESPONSABILITA’ di farlo.
Eh si! Perche’ il problema della scuola sono stati i sindacati, le tante maestre “pendolari” che sono tornate al Sud ma soprattutto la totale “non voglia” della politica nazionale prima e locale poi di assumersi delle responsabilita’, politica che praticamente ha delegato tutto al privato e / o al Terzo Settore.
Lo Stato, come e’ ormai abituato a fare da molto prima della pandemia, ha trasferito fondi e luoghi pubblici a soggetti terzi senza neanche tentare di riorganizzare alcuni suoi settori organici anche se i dipendenti pubblici non hanno visto alcuna riduzione dello stipendio ne’ assegnazione di compiti diversificati (che potevano andare dall’ascolto delle persone alla distribuzione di mascherine e pacchi alimentari).
Passata gia’ una settimana dall’inizio dei centri estivi a pagamento “spunta” la soluzione illuminata per di piu’ gratuita. Ma solo per i bambini che frequentano le scuole comunali.
Con quale rispetto dovrei/potrei dire a chi mi ha offerto un servizio (per di piu’ avendo prenotato un posto per cui altri sono rimasti fuori) che per tre settimane mandero’ mio figlio da un’altra parte perche’ ne ho diritto visto che mio figlio e’ un bambino “privilegiato” perche’ “e’ comunale”? Con quale rispetto dovrei / potrei prendere Giuseppe e spostarlo come un pacco da una parte all’altra? Certo lo farei per fargli salutare un luogo, le maestre e gli amici con cui ha trascorso quasi tutta la sua vita e anche per risparmiare…Ma non posso davvero concepire questa improvvisazione della classe dirigente anche perche’ la ritengo fortemente discriminatoria
3) infatti, se avesse voluto, l’Amministrazione avrebbe potuto, naturalmente pensando, programmando e non solo “distribuendo”, garantire questo servizio per tutti I bambini della citta’ mettendo a disposizione altri luoghi pubblici e altri dipendenti oppure coordinandosi tra date, richieste e possibilita’ economiche con le cooperative e le associazioni che stavano gia’ svolgendo un servizio.
Fondamentale sarebbe stata anche una graduatoria delle esigenze e delle risorse a disposizione delle famiglie anche in accordo con i centri estivi gia’ partiti, anche perche’ poi “mezza giornata” risolve il giusto per chi non sa a chi appoggiarsi.
Non si possono avere bambini di serie A e di serie B, tanto meno famiglie e ancor meno donne.
E poi questa cosa della gratuita’ e’ veramente populista e a mio avviso anche grave da un punto di vista erariale. Il Comune avrebbe potuto contribuire alle spese delle famiglie (come ha fatto per I bambini sopra I 6 anni) abbattendo i costi delle tariffe proporzionalmente a come avviene normalmente.
Sarebbe stata una importante sperimentazione, utile anche per restituire “vita” ad alcuni luoghi della città e per creare comunita’.
Il problema e’ che “avrebbe potuto” “sarebbe stata” sono gia’ fallimenti e non certo soluzioni all’altezza di lode.
Intanto se volessero rimborsare tutte le persone che come me si erano organizzate con I centri estivi e con assunzioni di babysitter il conto sarebbe gia’ di 200 euro circa cadauno.
Se qualcuno volesse provvedere gliene saremmo grate/grati in molte/molti ma non accadra’ anche perche’ si sa che in questa citta’ rinunciare ai privilegi affinche’ non ci siano DISCRIMINAZIONI ma PARI OPPORTUNITA’ non solo non paga ma ha anche costi elevati.

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Il MINIMO COMUNE DENOMINATORE che mancava

Ultimo aggiornamento: 20 Giugno 2020 by Redazione

di Chiara De Lucia

Sono indecisa sull’ordine con cui trattare alcuni punti di pubblico interesse.
Sono troppi e non scrivo da un po’.
Sarebbe un saggio!
Nella mente gli argomenti sono:
–  l’ultima Commissione Garanzia e Controllo, il palese nervosismo della maggioranza su Farma.net, le strategie di blindatura che guideranno la scelta del nuovo CdA, la quasi inesistenza delle opposizioni (e’ stato un match Batistini contro tutti)
– I centri estivi gratuiti offerti per I bambini che frequentano I nidi comunali
– l’assenza del diritto alla residenza in questa citta’.

Oggi ne ho veramente sentite troppe e forse l’unica conclusione seria e’ che probabilmente
la pandemia ha mostrato, accelerando, le ipocrisie e la scarsa progettualita’ di questa classe dirigente.
Il paradosso e’ che “la gente” se ne lamenta con me!
Credo sia evidente dato il mio percorso, che non avevo dubbi neanche prima della pandemia ed anzi sono stata “possibilista e speranzosa” perche’ davanti ad un’emergenza credevo che ci sarebbe stato un cambio di atteggiamento positivo. Ho quindi cercato di proporre incontri e soluzioni che, naturalmente, sono caduti nel vuoto seppur, nel privato, hanno portato giovamento a tanti tra cittadini e imprese.

Ogni punto iscritto al mio odg odierno e’ davvero denso di elementi di analisi.
Li trattero’ con calma e separatamente.
Per adesso mi “accontento” di descrivere il loro
unico comun denominatore il “Sistema Scandicci”.
Dentro questo sistema esiste uno zoccolo duro di “scimmiette che non vedono, non sentono e non parlano” e che si tolgono le pulci fra loro.
D’altronde a Scandicci si vive bene e non ci si puo’ lamentare.
E’ un fiore all’occhiello dell’intera Citta’ Metropolitana, se non addirittura di Italia.
A Scandicci le “brutte cose” restano nelle “stanze del potere”, dentro ai mille caffe’ e pranzi lavorativi, ad aperitivi/cene amicali o finanche nelle feste di matrimonio.  Oppure sono solo chiacchiericcio e polemica.
Tutti sanno ma nessuno deve sapere.
Cittadini di serie A controllano tutto sfruttando I canali e I posti pubblici, facendo accordi per inserire “alfieri” nei consigli e nell’organigramma delle associazioni e di ogni aggregazione importante in citta’ in modo che la “classe dirigente” sia la stessa ovunque e possa contrastare immediatamente, con tutti I mezzi possibili – la calunnia in primis – il lavoro di chiunque “ragioni” fuori dallo schema.
Fate un gioco…Pensate a qualsiasi realta’ di una certa importanza a Scandicci, prendete i nomi del suo organo direttivo oppure chiedete “ai fedelissimi” chi sono le persone di riferimento nei diversi ambiti.
State certi che troverete “politici” che per poco non ce l’hanno fatta a farsi eleggere (di solito sono quelli remunerati con un lavoro) oppure di ritorno (ovvero quelli che hanno concluso il proprio percorso ma sono ancora utili alla conservazione dello status quo…a volte presenziano per rientrare in scena successivamente e a volte non ne hanno neanche bisogno perche’ sono eterni come figure “di garanzia”…grandi padri).
Spesso quelle realta’ hanno poi anche degli “sponsor”… 
Attivita’ dei componenti stessi o di familiari connesse allo spirito dell’aggregazione che rappresentano quindi oltre che a guadagnarne con pubblicita’ e forniture possono anche “elargire” favori, se non anche diritti che dovrebbero essere garantiti dalla Costituzione ma che non essendo universali nella realta’ diventano un “legame” di gratitudine per un lavoro, per una casa, per un’assistenza alla fragilita’.
Prima delle elezioni, sprovveduta, non capivo che piovra fosse questo Sistema. Ora sto studiando.
Ma proprio adesso che mi ero “abituata” all’idea che esistessero adulti di serie A e di serie B (tutto il resto delle persone non conta in quanto e’ ridotta al silenzio, allo scherno e all’isolamento) scopro che esistono anche BAMBINI di seria A e  di B (e quindi famiglie ma soprattutto DONNE di serie A e B)
Il bello in tutto questo e’ che per di piu’ si vuole perfino essere ringraziati, perche’ si e’ all’avanguardia, quando la DISCRIMINAZIONE e’ continua.
Programmare, progettare non e’ nello stile dell’attuale classe dirigente.
Trasferire risorse, chinare il capo al mercato, vendersi a “Firenze” o “al lusso” si.
Una Cenerentola senza lieto fine.
A Scandicci si sta bene.
Non importa che lo JUVENTUS CLUB di Scandicci sia “legato” all’arresto di un 23enne di Prato che circuiva I minori credendosi il Diavolo e manipolando le loro menti, approfittando in ogni modo dei suoi seguaci.
Non importa che la fiera dell’esoterismo si tenga qui ormai da qualche anno.
Non importa neanche che un INSOSPETTABILE di una societa’ sportiva sia stato arrestato per aver filmato, fotografato, conservato e probabilmente inviato a dei mostri uguali a lui immagini di ragazzini sotto la doccia, ragazzini  che si fidavano di lui per cui lui doveva essere una guida.
Non importa che due donne si siano quasi date fuoco durante la pandemia.
Non importa che una donna uccisa sia ancora sepolta sottoterra quando la sua volonta’ e la sua religione la vorrebbero cremata.
Non importa che le persone non abbiano diritto alla residenza in citta’ e che tutto sia votato “al lusso”, al transito.
Non importa che la citta’ e’ diventato il dormitorio che non voleva piu’ essere.
Non importa…O forse non importava…O piu’ probabilmente non importera’
Oppure, dopo l’autunno caldo che vivremo, forse I cittadini di serie B si uniranno e qualcosa cambiera’.
Numericamente sono molti, molti di piu’ dei tentacoli che il “potere” avra’ a disposizione.
A presto per i prossimi capitoli/approfondimenti

“Bravi, bravi, bravi voi
Bravi, bravi, bravi tutti voi
Ce lo dirà il tempo che questo non è oro
Ma luccica lo stesso”

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La PREGHIERA che mancava

Ultimo aggiornamento: 14 Maggio 2020 by Redazione

Di Chiara De Lucia

Oggi i credenti di tutte le diverse religioni dedicheranno una giornata di preghiera e digiuno a Dio per fermare la pandemia. Ognuno si rivolgerà al Creatore, comunque lo chiami. Il Papa ha “prevenuto” le critiche di chi etichettera’ questo gesto universale come “relativismo religioso”. Il Padre è di tutti, non di alcuni.
Ogni cuore che cerca Luce nasce e cresce nella propria vita, fatta di contesti.

Questo Amore è puro ed infinito.
In ogni tempo, luogo o condizione tende comunque al Bene.
Fede, preghiera e testimonianza sempre uniscono, mai separano.
La “discriminazione”, il “privilegio”, la “superiorità”, le “crociate” esistono solo all’interno di una violenta volontà di schiavizzare che trova nel “proselitismo” l’unica strada per tutelare e rafforzare “gli eletti”.
Quando anche la migliore delle cose è particolare,   legata a un nome ed un cognome specifico, ad una determinata situazione e non vale in generale, è sempre strumento o frutto di qualcosa di altro, di un egoismo, di un interesse, di un’esigenza. Il termine Pandemia dovrebbe essere universale. Significa “di tutto il popolo”.
Invece proprio la pandemia è relativa. Pandemia sanitaria, economica, della fame e della guerra sono termini errati perché sono sempre di molti…Non di tutti.
I pochi sanno a chi rivolgersi, come proteggersi,
come immunizzarsi. Ancor peggio sanno cosa e chi sacrificare per “man-tenere” la propria condizione intatta e, soprattutto nei momenti di disastro, per potenziarla e arricchirla
La tragedia riguarda molti, non tutti.
Gli anonimi, i fragili, gli invisibili, le solitudini quelli per cui non vale la pena esporsi e lottare.
Quelli che hanno già perso o che se perdessero non farebbero notizia.
A loro, oggi più di ieri e meno di domani, andrà il calore della mia speranza, della mia preghiera, della mia testimonianza.
Credo fermamente che qualcosa stia già cambiando e che il mondo nuovo ci sarà.
Avere Fiducia, affidarsi alla Provvidenza, credere oltre ogni evidenza rende il cuore libero e coraggioso. L’IO, invece, lo rende sempre e solo schiavo della propria Ombra che resta tale perché non è tutto oro quel che luccica
Oltre la cronaca o la contingenza,
la Luce vince sempre sul Buio.



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Il NUDDU MISCATO CU NIENTE che mancava

Ultimo aggiornamento: 9 Maggio 2020 by Redazione

di Chiara De Lucia

Dall’articolo di ieri:

“La democrazia può essere incrinata nella cronaca ma la Storia è e resta dalla sua parte”

All’omelia di Papa Francesco di oggi

“È sempre così. Sempre così. Si va avanti ma poi viene il nemico cercando di distruggere. Il bilancio è sempre positivo alla lunga, ma quanta fatica, quanto dolore, quanto martirio!”

Tante analogie tra le parole pronunciate oggi dal Papa e quanto scritto ieri in relazione alle commemorazioni di Peppino Impastato e di Aldo Moro.

Due ambiti all’apparenza distanti ma in fondo visceralmente legati a ciò che l’essere umano pensa, sente e vive.

La Verità, la Giustizia, la Luce vivono sempre  la stessa esperienza.

Come i due politici

“Sono morti è vero, ma sono eterni Esempi.
Sono Stimolo, Alternativa, Azione di ogni
R-ESISTENZA, dalla più piccola a quella che cambierà il mondo”

Così “La Chiesa va avanti fra le consolazioni di Dio e le persecuzioni del mondo”.

I politici corrotti e i “mafiosi” isolano, silenziano e condannano attaccando chi “rivela” come i giudei di Antiochia “ricolmi di gelosia e con parole ingiuriose” contrastano le affermazioni di Paolo  che danno tanta gioia.

I “capi” sobillano le “pie donne della nobiltà e i notabili della città” suscitando una persecuzione che conduce all’esilio perché hanno rivelato agli occhi delle genti la Giustizia.

“Il Signore – afferma il Papa – ha fatto delle meraviglie. Ma quanta fatica. Quanta fatica, per portare avanti queste meraviglie”

Lo strumento di guerra è l’invidia.
“Sempre questo sentimento amaro, amaro. Questa gente vedeva come si predicava il Vangelo e si arrabbiava, si rodevano il fegato di rabbia. E questa rabbia li portava avanti: è la rabbia del diavolo, è la rabbia che distrugge, la rabbia di quel “Crocifiggi, crocifiggi!”, di quella tortura di Gesù. Vuole distruggere. Sempre. Sempre”…”Fino a oggi. Fino a oggi. Sempre questa lotta”…”E “o strumento di questa gelosia sono “i poteri temporali”. In questo passo si dice che “i giudei sobillarono le pie donne della nobiltà”. Sono andati da queste donne e hanno detto: “Questi sono rivoluzionari, cacciateli via”. E le donne hanno parlato con le altre e li hanno cacciati via. Le pie donne della nobiltà … E anche i notabili della città: vanno al potere temporale e il potere temporale può essere buono, le persone possono essere buone ma il potere come tale è sempre pericoloso…E sempre dietro di questo, a quel potere, ci sono i soldi…Il ricorso ai poteri temporali per fermare la Chiesa, distruggere la Chiesa, non è che uno sviluppo di quello che accade la mattina della Risurrezione. I soldati, vedendo quel trionfo, sono andati dai sacerdoti e hanno comprato la verità … E la verità è stata silenziata. Dalla prima mattina della Risurrezione, il trionfo di Cristo, c’è questo tradimento, questo silenziare la parola di Cristo, silenziare il trionfo della Risurrezione con il potere temporale: i capi dei sacerdoti e i soldi”.

L’appello, la preghiera sincera è dj per non cadere mai nella tentazione “di mettere la fiducia nei poteri temporali e nei soldi”.

Mi permetto di aggiungere che non si tratta solo di “corruzioni evidenti” ma di piccoli e grandi favori: da un posto “al sole” ad uno di lavoro.
Se non anche di “coperture” di relazioni segrete, vizi e dipendenze personali (alcool, droga, gioco e perversioni di ogni genere).

Piccole “vendite personali” all’apparenza innocue ma che conducono a scegliere Barabba, scelta che rassicura ogni “confort zone”…Come riassume il forte e purtroppo vero dell’ultimo discorso alla radio dopo il “suicidio” di Peppino Impastato (semplicemente eccezionale il film “I Cento Passi”, https://youtu.be/HPfoiXfpgi4)

“Stamattina Peppino avrebbe dovuto tenere il comizio conclusivo della sua campagna elettorale.Non ci sarà nessun comizio e non ci saranno più altre trasmissioni. Peppino non c’è più, è morto, si è suicidato. No, non sorprendetevi perché le cose sono andate veramente così. Lo dicono i carabinieri, il magistrato lo dice. Dice che hanno trovato un biglietto: “voglio abbandonare la politica e la vita”.Ecco questa sarebbe la prova del suicidio, la dimostrazione. E lui per abbandonare la politica e la vita che cosa fa: se ne va alla ferrovia, comincia a sbattersi la testa contro un sasso, comincia a sporcare di sangue tutto intorno,  poi si fascia il corpo con il tritolo e salta in aria sui binari. Suicidio.Come l’anarchico Pinelli che vola dalle finestre della questura di Milano oppure come l’editore Feltrinelli che salta in aria sui tralicci dell’Enel. Tutti suicidi. Questo leggerete domani sui giornali, questo vedrete alla televisione. Anzi non leggerete proprio niente, perché domani stampa e televisione si occuperanno di un caso molto importante. Il ritrovamento a Roma dell’onorevole Aldo Moro, ammazzato come un cane dalle brigate rosse. E questa è una notizia che naturalmente fa impallidire tutto il resto. Per cui chi se ne frega del piccolo siciliano di provincia, ma chi se ne fotte di questo Peppino Impastato. Adesso fate una cosa: spegnetela questa radio, voltatevi pure dall’altra parte, tanto si sa come vanno a finire queste cose, si sa che niente può cambiare. Voi avete dalla vostra la forza del buonsenso, quella che non aveva Peppino.Domani ci saranno i funerali. Voi non andateci, lasciamolo solo. E diciamolo una volta per tutte che noi siciliani la mafia la vogliamo. Ma no perché ci fa paura, perché ci dà sicurezza, perché ci identifica, perché ci piace. Noi siamo la mafia.E tu Peppino non sei stato altro che un povero illuso, tu sei stato un ingenuo, sei stato un nuddu miscato cu niente”

Ma oltre la rabbia e la disperazione resta la BELLEZZA ed è quella che oggi mi sento di celebrare.

“Sai cosa penso?…Che questa pista in fondo non è brutta. Anzi… Vista così, dall’alto … Uno sale qua e potrebbe anche pensare che la natura vince sempre … Che è ancora più forte dell’uomo. Invece non è così…
In fondo le cose, anche le peggiori, una volta fatte …Poi trovano una logica, una giustificazione per il solo fatto di esistere! Fanno ‘ste case schifose, con le finestre di alluminio, i balconcini…Senza intonaco, i muri di mattoni vivi … La gente ci va ad abitare, ci mette le tendine, i gerani, la biancheria appesa, la televisione … E dopo un po’ tutto fa parte del paesaggio, c’è, esiste … Nessuno si ricorda più di com’era prima. Non ci vuole niente a distruggerla la bellezza …    E allora forse più che la politica, la lotta di classe, la coscienza e tutte ‘ste fesserie … Bisognerebbe ricordare alla gente cos’è la bellezza. Insegnargli a riconoscerla. A difenderla. Sì, la bellezza. È importante la bellezza. Da quella scende giù tutto il resto. Io la invidio questa normalità. Io non ci riuscirei ad essere così…”

Bisogna essere pronti a rinunciare a tutto (e purtroppo spesso anche a tutti) per essere liberi di cercare e trovare meraviglia e  bellezza.

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Il CENTO che mancava

Ultimo aggiornamento: 8 Maggio 2020 by Redazione


di Chiara De Lucia

Mentre leggo del giorno della Festa della Mamma (che ho sempre creduto essere la seconda domenica di maggio) mi sovviene che oggi, a Rapino, piccolo paese abruzzese, si celebra la cosiddetta Festa delle Verginelle.
Si festeggerà anche qui,  e un po’ ovunque, tra oggi e domani una festa simile.
Sulle bacheche e nelle parole di coloro che spenderanno le loro savie, illuminate e pure considerazioni in memoria di Peppino Impastato e di Aldo Moro.
Inauguro quindi “La Festa dei VERGINELLI” visto che il Sistema è prepotentemente maschile.

Sono già pronta a stupirmi di quanta saggezza verrà profusa dall’alto delle coscienze “che contano”…
Non “i famosi CENTO passi” bensì i like e le poltrone di vario ordine e grado.
Saranno tutti pronti a celebrare il coraggio di questi Uomini, di questi Eroi nazionali…
A dar spazio alla Memoria.
Osannare chi non c’è più è semplice.
Lava la coscienza senza mettere in pericolo.
Ammirare senza esporsi.
Predicare senza testimoniare.
Essere vicini perché lontani nel tempo e nello spazio, fuori dal proprio giardino.
Semplicemente perché non è più un pericolo.
Ogni gruppo dirigente, o digerente, ha un po’ assecondato e un po’ temuto alcuni fatti…
Certamente non ha “cantato”.

“Né partiti né persone possono scegliere il tempo più adatto per la loro azione. Essi devono rispondere nel momento in cui sono chiamati, commisurando l’impegno alle difficoltà da affrontare, senza alcuna distrazione o comodità. Solo è giusto conoscere le difficoltà e farle conoscere. È giusto, non ritraendosi dal compito, dire con tutta chiarezza quali ostacoli siano sul cammino e che cosa si possa e debba fare per superarli. S’intende, da parte di tutti, facendo ciascuno il proprio dovere” (Aldo Moro)

Ricordiamo quello che siamo.

“Se mi chiedete fra qualche tempo cosa accadrà… lo dico potrà esservi qualcosa di nuovo! Se fosse possibile dire saltiamo questo tempo e andiamo direttamente a questo domani credo che tutti accetteremmo di farlo ma, cari amici, non è possibile. Oggi dobbiamo vivere Oggi. Oggi è la nostra responsabilità. Si tratta di essere coraggiosi e fiduciosi al tempo stesso si tratta di vivere il tempo che ci è stato dato con tutte le sue difficoltà” (Aldo Moro)

Via via che gli anni sono passati si è fatta sempre più chiara la motivazione di questi DELITTI.

“”La verità non bisogna dolersi di averla detta…
Le cose che certamente non sono utili sono le cose che si nascondono, che si riducono a serpeggianti mormorazioni mentre non sono mai cattive le cose che vengono dette con sincerità”.(Aldo Moro)

Due vincitori. La Mafia e lo Stato. E quando in una battaglia ci sono due vincitori si creano  certamente problemi.

Gli omicidi del 9 MAGGIO 1978 sono facce della stessa medaglia…Medaglia che continua a pagare nella quotidianità delle scelte.

Sembra che niente sia mai ABBASTANZA grave, per quanto visibile, conosciuto e riconosciuto illegale.

“E si noti si trattava di minacce serie e temibili ma non aventi il grado di immanenza di quelle che oggi ci occupano. Il principio era stato accettato. La necessita di fare uno strappo alla regola della legalità formale (in cambio c’era l’esilio) era stata riconosciuta” …”Lo Stato italiano in vari modi dispose la liberazione di detenuti allo scopo di stornare grave danno minacciato alle persone ove essa fosse perdurata. Nello spirito si fece ricorso allo stato di necessità. Il caso è analogo al nostro, anche se la minaccia, in quel caso pur serissima era meno definita. Non si può parlare di novità né di anomalia. La situazione era quella che oggi è e conviene saperlo per non stupirsi” (Aldo Moro)

Tutto questo è vicino ad ognuno di noi.
Dunque dove siamo.
Il CENTO che mancava, quello dei passi e quello delle firme.

“Sei andato a scuola sai contare? Uno, due, tre, quattro, sai contare? Sai camminare? E contare e camminare insieme lo sai fare? Allora forza conta e cammina. Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette,otto …Conta e cammina…Novantasette, novantotto, novantanove e CENTO…Lo sai chi ci abita qua? U zu’ Tanu ci abita qua!!!  CENTO passi ci sono da casa nostra, CENTO passi! (Peppino Impastato).

“Certo ho sbagliato, a fin di bene, nel definire l’indirizzo della mia vita. Ma ormai non si può cambiare. Vorrei restasse ben chiara la piena responsabilità della DC con il suo assurdo ed incredibile comportamento…Va detto con fermezza così come si deve rifiutare eventuale medaglia, come si suol dare in questo caso, e poi è vero che moltissimi amici (ma non ne so i nomi) o ingannati dall’idea che il parlare mi danneggiasse o preoccupati delle loro personali posizioni, NON SI SONO MOSSI come avrebbero dovuto. CENTO sole firme raccolte avrebbero costretto a trattare” (Aldo Moro)

Dobbiamo lottare e ribellarci.

“Contro ogni uomo che eserciti oppressione
Contro ogni suo simile contro chi è più debole
Contro chi sotterra la coscienza nel cemento” (Pensa, Fabrizio Moro)

“Siamo nei paraggi del maficipio di mafiopoli
del municipio di mafiopoli. E’ riunita la commissione edilizia. All’ordine del giorno:
L’approvazione del progetto Z11.
Il grande capo Tano Seduto si aggira come uno sparviero per la piazza. La commissione e’ riunita, si aspetta il verdetto. Tutti i grandi capi delle grandi famiglie indiane sedute qua. C’e’ manu cusuta, cusuta mano. C’e’ quarara calante, eccola la col suo bel pennacchio. Poi c’e’ anche l’esploratore e infine a presiedere la seduta in tutta la sua maestosita’… C’e’ il grande capo, i due grandi capi, Tano Seduto e Geronimo Stefanini, sindaco di Mafiopoli. I membri della commissione discutono, qualche divergenza, ma sono fondamentalmente d’accordo. Si stanno mettendo d’accordo nell’approvare il progetto Z11. Qualche minuto, pochi minuti e verra’ effettuato. Cosa verra’ effettuato? Fratelli, la nostra riserva indiana e’ stata finalmente aggiudicata” (Peppino Impastato)

La democrazia può essere incrinata nella cronaca ma la Storia è e resta dalla sua parte.
Sono morti è vero, ma sono eterni Esempi.
Sono Stimolo, Alternativa, Azione di ogni
R-ESISTENZA, dalla più piccola a quella che cambierà il mondo.

“Io ci sarò ancora come un punto irriducibile di contestazione e di alternativa per impedire che della DC si faccia quello che se ne fa oggi.
Per questa ragione, per una evidente incompatibilità chiedo che ai miei funerali non partecipino né Autorità dello Stato né uomini di partito. Chiedo di essere seguito da pochi che mi hanno veramente voluto bene e sono degni perciò di accompagnarmi con la loro preghiera e il loro amore”  (Aldo Moro)

Dedico ai “VERGINELLI” tre canzoni di Caparezza:
La marchetta di Popolino
(https://youtu.be/26IqjHOhFBA)

Il silenzio dei colpevoli
(https://youtu.be/vS6vZ09QEtA)

Non siete Stato voi
(https://youtu.be/d35t0Mgr6pU)

“Se voi non intervenite, sarebbe scritta una pagina agghiacciante, nella storia d’Italia. Il mio sangue ricadrebbe su voi, sul partito, sul Paese. Pensateci bene cari amici. Siate indipendenti. Non guardare al domani, ma al dopodomani”…
“E questo è tutto per il passato. Per il futuro c’è in questo momento una tenerezza infinita per voi (le persone care)…”Vorrei capire con i miei piccoli occhi mortali come ci si vedrà dopo.
Se ci fosse luce sarebbe bellissimo” (Aldo Moro)















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I cento passi

Ultimo aggiornamento: 8 Maggio 2020 by Redazione

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La PROPOSTA che mancava

Ultimo aggiornamento: 7 Maggio 2020 by Redazione

A proposito della Fase 2…Si può fare!

Ieri sera il TG3 Toscana è stato molto interessante e ricco di spunti di riflessione e di azione. Test seriologici, turismo, economia, scuola gli argomenti trattati.

(https://www.rainews.it/tgr/toscana/notiziari/index.html?/tgr/video/2020/05/ContentItem-03ea9bde-878d-4c4c-835e-b710cb81c24d.html)

In relazione all’EMERGENZA SANITARIA fondamentale l’annuncio del Presidente Rossi di 500.000 TEST SERIOLOGICI da effettuarsi entro il mese di giugno per fotografare circoscrivere e combattere l’emergenza sanitaria. Uno screening di massa per attivare più velocemente le misure previste in caso di esito positivo e tracciare gli asintomatici qualora fosse negativo.
Purtroppo la distribuzione delle mascherine a 0,50 centesimi è “ancora a macchia di leopardo” ma il sistema sta andando a regime.

Per quanto concerne l’EMERGENZA ECONOMICA l’intervista al Sindaco di Siena, Luigi De Mossi, ha evidenziato come misure condivise tra Amministrazione, albergatori e ristoratori possano essere virtuose non solo in termini economici ma anche in termini identitari e fiduciari.
“Ripartiamo insieme” è una manovra evidentemente impegnativa, “straordinaria” che si pone l’obiettivo di valorizzare il territorio, agevolando in tutti i modi possibili la promozione turistica regionale ed interregionale non solo per tamponare l’emergenza economica ma per offrire una prospettiva di continuità, fiducia e sviluppo.

L’EMERGENZA SOCIALE al centro dell’intervista del Sindaco di Firenze, Dario Nardella, che con parole chiare e forti ha trattato tanti argomenti.
Breve ma intensa.
L’appello al Governo è di governare i processi, di dare risposte passando dagli annunci ai fatti con celerità. Basta promesse. Liquidità immediata e sicurezza. “Siamo ormai al limite e il rischio è quello di passare da un’emergenza sanitaria ad una economica e sociale fatta di disperazione”
Al centro della ripartenza gli “scomparsi”: donne, ragazzi e bambini.
Dall’incontro con le Ministre Azzolina, Bonetti e Catalfo Nardella esce soddisfatto e dichiara che già dalla fine di maggio Firenze è pronta a ripartire con i servizi per l’infanzia e ad attivare i centri estivi per offrire un primo supporto alle famiglie, ai bambini e agli adolescenti.
A tal proposito degno di nota e di apprezzamento è Pollicino.Zero, progetto del Comune di Firenze in collaborazione con le associazioni e le educatrici dei nidi che si sono messe a servizio della città. Progetto operativo da ieri in otto parchi cittadini, diviso in due fasce orarie, offre
spunti di attività e indicazioni pedagogiche. Semplice ma efficace per la “nuova” socializzazione dei bambini dopo un periodo di isolamento.

(https://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/20_maggio_06/parte-pollicinozero-otto-parchi-73634372-8f75-11ea-984a-c64de79c849f.shtml)

(https://m.orizzontescuola.it/aule-allaperto-in-monte-scuole-non-sono-piu-un-tabu-ecco-un-esempio/?fbclid=IwAR2QHYRTMIlbKMi2NeabF8fbabqvIaHh2ZO6RZB0EXz_Cxn6Oft2E5PyRhk#.XrBtglU_Kug.facebook)

Non solo preoccupazioni o “bonus” elargiti ma anche soluzioni pratiche. Già attive.
“Tu sogna e spera veramente, dimentica il presente e il sogno realtà diverrà”

#toctocscandiccidovesei?

#toctocsindacofallanidovesei?

#toctocmenodirettepiudirettive

#comeprimapiudiprima

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L’ASSiSTENZA che mancava

Ultimo aggiornamento: 6 Maggio 2020 by Redazione

di Elisa Romano

La condizione di forte disagio che le famiglie con disabili a carico stanno vivendo è denunciata quasi ogni giorno sui vari organi di stampa, eppure governo e amministrazioni locali sembrano fare orecchie da mercante. A Scandicci la situazione non è affatto diversa, tuttavia si continua a fingere che vada tutto bene, basta fare un bel titolo ad effetto su La Nazione per accontentare l’elettorato e avere la coscienza a posto. L’assistenza ai disabili non può fermarsi…se fate parte dell’associazione giusta. Per tutti gli altri lo slogan è sempre lo stesso, arrangiatevi.

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