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Il girasole gigante

Racconto di Anna Peretti - finalista a Urbanità tentacolare I

Ultimo aggiornamento: 10 Agosto 2018 by Redazione

Il girasole gigante nel cortile del caseggiato si gira di scatto a osservare chi passa. La notte scorsa ho sentito addosso il suo sguardo. Alla luce del giorno il girasole fissa il sole, ma con le tenebre lancia un’occhiata repentina a chi solca il parcheggio del caseggiato, poi torna a testa in giù.
Era notte fonda quando ho chiuso in garage l’auto e assonnata ho attraversato il cortile. Con la coda dell’occhio, ho fatto appena in tempo a notare che mi stava guardando. Quando mi sono voltata per incrociare il suo sguardo, si era già rimesso a dormire.
Il suo movimento è stato veloce come un flash. Ho fatto ricerche sul suo conto: il girasole gigante dev’essere giovane perché quando diventa adulto punta fisso a Est.
Ad accorgersi dello strano evento è stato Pietro, mio fratello. Quando l’ha visto per la prima volta era sabato notte, il cortile era deserto. Pietro ha guardato la zona verde dal cemento e ha notato che il girasole lo fissava. Ha provato a calmarsi, ma non sapendo resistere, è sceso dal letto per svegliare la mamma. “Il girasole in cortile si è girato a fissarmi mentre passavo” le ha sussurrato. “Vai, fila a letto. Hai bevuto di nuovo, scemo.” Accade spesso che la mamma perda il sonno pensando al fegato di mio fratello. In quella notte la sua preoccupazione si è mischiata alla rabbia per aver scelto da sola di trasferirsi in quella zona. Mentre pensava, si è versata una tazza di latte e si è affacciata alla finestra che dà sul cortile. Sporgendosi ha visto il girasole alzare il fiore e fissarla per un istante. Frastornata ha preso uno scialle ed è corsa in cortile, sperava di trovare nel girasole la conferma della sincerità del figlio.
Era Maggio ma la notte era fresca, io e Pietro ridevamo guardando la mamma sul cemento fissare il girasole gigante. “Il girasole ci osserva” ha detto mamma a colazione; in pochi giorni queste parole vennero sussurrate di famiglia in famiglia.
Ancora adesso nel buio, quando la notte scende a svegliare le paure delle persone, l’intero caseggiato è in fermento. Battono accelerati i cuori di vedetta alle finestre affacciate sul cortile. Molti interni sono isolati da tende scure per impedire al suo sguardo di entrare. Anche mamma le ha fatte mettere.
Indifferente, il fusto del girasole si fa ruvido e continua a crescere in altezza, mentre il fiore si allarga e la notte sceglie chi spiare. Nessuno può dirsi al sicuro. Gli inquilini che abitano alle sue spalle si sentono ingenuamente protetti: il girasole può ruotare vincendo le regole della natura.
Alla luce del giorno, gli anziani che passano in cortile controllano attentamente il fusto del fiore se conserva ancora qualche traccia della sua attività misteriosa. Non trovano niente, nessuna prova. Al mattino del resto chi prende più questa storia sul serio? Al sole l’uomo è forte, non teme nulla anche se poche ore prima tremava.
Con Pietro ho constatato che, da quando il girasole gigante ci spia, le abitudini del caseggiato sono cambiate. L’anziano del terzo piano, dopo le 20, non esce più in terrazzo a fumare. Solo quando il sole è caldo, la bionda dell’appartamento a destra esce per innaffiare le piante. La suora che abita in mansarda, ritira la biancheria sospetta da uomo al mattino. La paura rende vani i giudizi. Il fiore non prova pietà per i nostri tentativi inutili. Fissa dritto negli occhi chi prova timore e rispetto nei suoi confronti e ignora gli sforzi di coloro che vorrebbero vincere l’insensata paura di lui.
Un giovane sfrontato è passato molte sere accanto alla zona verde sfidandolo. Ha creduto di essere immune al suo sguardo camminando fiero. Il girasole gigante ha trovato uno specchietto scheggiato in cui riflettersi: da due sere fa piombare il suo fiore rizzato negli occhi del ragazzo per un istante. Riesce, così, a farsi temere anche da lui.
I padri del caseggiato vorrebbero sradicarlo ma, con una famiglia alle spalle, nessuno si prende la responsabilità di uccidere il fiore che fissa la gente. Gli uomini sono scaramantici.
Al mattino del resto chi confessa di credere a questa storia? L’amministratore condominiale, durante le sue visite nella zona, trova il girasole che segue il sole. Immortalare l’evento con una foto è impossibile, è troppo veloce il suo movimento. Quale adulto, sano di mente, ha il coraggio di denunciare un fiore? Quando un bambino racconta questa storia sembra la bugia di un promettente creativo. Eppure ogni notte, nel cortile del caseggiato in cui vivo, il girasole gigante sa scegliere chi ha più paura.

Filed Under: Racconti Tagged With: Anna Peretti, Il girasole gigante, Urbanità tentacolare

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