Oggi è stata una giornata intensa. Ho pubblicato degli annunci in affitto e sono stata bombardata dalle telefonate. Ormai trovare una casa a Scandicci con contratti abitativi di lungo periodo è un lusso, se non addirittura impossibile.
Mi occupo di locazioni dal 2009 e fino al 2015 erano i contratti transitori ad essere un’eccezione poi, piano piano, la proporzione è andata crescendo fino ad invertirsi lo scorso anno.
Nel 2014 ho iniziato a sperimentare, grazie all’esempio e al supporto di Gabriele Danesi del progetto Auser Abitare Solidale, capofila delle formule dell’abitare solidale non solo in Toscana ma anche in Italia, è nata una prima collaborazione con il Comune, nella persona dell’Assessore Capitani e dell’Intero Ufficio Casa e con l’Associazione La Melagrana che si è presto trasformato in un progetto che ha aiuto l’accesso di nuclei familiari “mono reddito”- la tristemente famosa “fascia grigia” – prima di destinarli al “nero”‘della solitudine oggi e della povertà domani, provocando non solo un danno incommensurabile ed irreversibile a livello umano ma anche con elevato “costo” pubblico sia in termini di costo che in termini di “pace sociale”
Unica condizione il PATTO DI COABITAZIONE.
In una comunità ci si aiuta e tanti piccoli sacrifici fanno una famiglia. Un sostegno abitativo dignitoso anzitutto è un sollievo e costa molto meno di un singolo sfratto.
Di qui il passo successivo. Adottare questo metodo per ogni tipo di situazione complessa. Non soltanto per i classici casi “limite” ma metterlo a disposizione di chi ha un buon reddito ma non si può permettere un intero appartamento o semplicemente lotta contro solitudine. Di qui la sperimentazione di diverse formule e la nascita di Habibi nel 2017 grazie alla collaborazione con Humanitas che ha creduto sin dall’inizio (2015) a questo progetto.
L’esigenza abitativa esiste ed è il primo problema.
Se hai un lavoro ma non hai un tetto per te stesso o peggio ancora per i tuoi figli, sei già nel baratro perché prima o poi ci finisci.
La casa è il primo diritto.
Studiare soluzioni è un dovere perché gli effetti viziosi connessi si moltiplicano creando danno oltre che la beffa.
Pensate ad esempio ad un immobile ereditato da tre eredi che è locato sin dai tempi del nonno a delle persone che ci stanno da 30 anni a un prezzo irrisorio. Arrivando in successione uno dei tre, avendo perso il lavoro, ha bisogno di vendere quindi da disdetta all’inquilino in quanto anche gli altri due eredi, qualunque sia la loro condizione economica, costateranno che capitalizzare una cifra sia più che sensato rispetto alla cifra bassa dei vecchi “equo canoni” e al rischio locativo connesso che aumenta all’aumentare dei metri quadri. L’inquilino torna sul mercato e resta spiazzato perchè anche il più “volenteroso” non troverebbe né il prezzo che può sostenere né molti proprietari che prenderebbero in considerazione persone “giovani da più tempo”.
E questo è tragicomico perché la casa è affare serio. Ma questo è quasi un esempio “felice” rispetto a molti altri. Purtroppo.
Ma molto si può e si deve ancora fare.
Le “grane”, le “preoccupazioni”, le “discussioni” ci sono e a volte è pesante… Ma le soddisfazioni sono molte di più. Veder nascere e rinascere qualcuno è un miracolo. Sapere qualcuno ti aspetta per cena o ti compra le medicine se sei malato non per tutti è scontato.
Pian piano arriva la serenità, poi il lavoro, poi, ultimo passo, si continua con la coabitazione scegliendosi la persona (o le persone) con cui condividere qualche anno della propria vita e riprende piano piano il suo cammino.
A chi ogni giorno ce la fa nonostante tutto e a volte anche nonostante se stesso (oggi la giornata è stata piena di questi incontri) dedico la poesia che ha vinto San Remo nel 2015 “Chiamami Ancora Amore di Roberto Vecchioni” ricordando a me stessa per prima e poi agli altri la saggezza di De Andrè ” Dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fior”
Buona notte