Vi dedico una canzone scritta ieri sera
La mia citta’
La PROGRAMMAZIONE che mancava “di Chiara De Lucia”
Sui centri estivi comunali.
Era fine MARZO quando dopo una “discussione” in chat sul servizio didattico a distanza che non era ancora partito, suggerivo alla classe di Giuseppe (3 anni) di invitare il Sindaco, l’Assessora e gli uffici a programmare un rientro per meta’ giugno per I piu’ piccoli laddove fosse stato permesso dal Governo.
Ho sempre sperato che la pandemia si sarebbe arrestata intorno al 26 maggio perche’ essendo iniziata il 9 marzo (giorno derimente per il mio percorso politico) le avevo dato una “scadenza” in un giorno altrettanto significativo.
A darmi ancor di piu’ speranza era stata poi la sicurezza con cui una dirigente dell’Agenzia delle Entrate mi aveva detto che il Covid sarebbe finito il 31 maggio e che gli uffici avrebbero riaperto il 3 giugno.
Quindi, dando per probabile un “ritorno alla normalita’ per quella data, considerando la differenza di gestione e di aperture/chiusure fra scuole comunali e statali, avevo suggerito di “spingere” affinche’ fosse stabilito un piano di azione nell’ipotesi di un eventuale rientro.
Poi, a fine MAGGIO, e’ stato “lanciato” il sondaggio fra i genitori per I bambini dai 6 anni in su. Lasciamo perdere la tipologia delle domande. Mi aspettavo, sbagliando come al solito, qualcosa di inerente alla qualita’ e alla differenziazione del servizio anche in relazione alla percezione della questione “salute/sicurezza”. Tutto era incentrato sull’orario e sull’eventuale bisogno di un sostegno allo studio.
Contemporaneamente si e’ andata poi strutturando anche l’offerta per I bambini dai 3 ai 6 anni da parte di alcune strutture che hanno deciso di offrire servizi anche per quella fascia di eta’.
Di qui la corsa alle pre-iscrizioni anche se con un notevole (seppur equo rispetto ai servizi offerti) dispendio di risorse.
D’altronde di necessita’ va fatta virtu’ soprattutto se si e’ soli e senza sostegno nella scelta fra “non lavorare” e ripartire (premetto che io sono fortunata perche’ con il lavoro che faccio “rientrare” e’ piu’ semplice rispetto a chi lavora al dettaglio!)
Poi, all’improvviso l’11 GIUGNO, una lettera del CRED (Centro Risorse Educative Didattiche) alle rappresentanti per sondare la partecipazione a dei centri estivi comunali gratuiti che “stavano pensando di fare” dal 22 giugno fino al 10 luglio per I bambini da 3 a 6 anni con orario di svolgimento fissato in 4 ore antimeridiane, senza pranzo.
Di qui tre riflessioni:
1) “stavano pensando di fare” e’ una formula un po’ fantasiosa sia nei tempi (a quattro giorno dall’inizio di quelli gia’ programmati) sia nell’attribuzione di volonta’ da parte degli Amministratori locali.
La realta’ e’ che il Governo ha stanziato soldi VINCOLATI a questo necessario servizio pubblico. Infatti senza il fondo del decreto “Rilancio” attribuito al Comune a tale scopo, nessuno avrebbe investito risorse a prescindere perche’ in caso si sarebbe potuto “sondare” prima in maniera da cogliere immediatamente la normativa di riferimento (come e’ successo in altri Comuni di Italia) per svolgere le attivita’ nel pieno rispetto delle regole e dei protocolli stabiliti dal Governo e dalla Regione Toscana.
Anche stavolta pur essendo arrivata dopo, se non tardi, l’Amministrazione si definisce all’avanguardia anche se agendo cosi’ ha determinato notevoli disagi e dispiarita’,
2) la scuola non e’ potuta ripartire ma le strutture scolastiche sono state messe a disposizione delle associazioni e delle attivita’ che si sono assunte la RESPONSABILITA’ di farlo.
Eh si! Perche’ il problema della scuola sono stati i sindacati, le tante maestre “pendolari” che sono tornate al Sud ma soprattutto la totale “non voglia” della politica nazionale prima e locale poi di assumersi delle responsabilita’, politica che praticamente ha delegato tutto al privato e / o al Terzo Settore.
Lo Stato, come e’ ormai abituato a fare da molto prima della pandemia, ha trasferito fondi e luoghi pubblici a soggetti terzi senza neanche tentare di riorganizzare alcuni suoi settori organici anche se i dipendenti pubblici non hanno visto alcuna riduzione dello stipendio ne’ assegnazione di compiti diversificati (che potevano andare dall’ascolto delle persone alla distribuzione di mascherine e pacchi alimentari).
Passata gia’ una settimana dall’inizio dei centri estivi a pagamento “spunta” la soluzione illuminata per di piu’ gratuita. Ma solo per i bambini che frequentano le scuole comunali.
Con quale rispetto dovrei/potrei dire a chi mi ha offerto un servizio (per di piu’ avendo prenotato un posto per cui altri sono rimasti fuori) che per tre settimane mandero’ mio figlio da un’altra parte perche’ ne ho diritto visto che mio figlio e’ un bambino “privilegiato” perche’ “e’ comunale”? Con quale rispetto dovrei / potrei prendere Giuseppe e spostarlo come un pacco da una parte all’altra? Certo lo farei per fargli salutare un luogo, le maestre e gli amici con cui ha trascorso quasi tutta la sua vita e anche per risparmiare…Ma non posso davvero concepire questa improvvisazione della classe dirigente anche perche’ la ritengo fortemente discriminatoria
3) infatti, se avesse voluto, l’Amministrazione avrebbe potuto, naturalmente pensando, programmando e non solo “distribuendo”, garantire questo servizio per tutti I bambini della citta’ mettendo a disposizione altri luoghi pubblici e altri dipendenti oppure coordinandosi tra date, richieste e possibilita’ economiche con le cooperative e le associazioni che stavano gia’ svolgendo un servizio.
Fondamentale sarebbe stata anche una graduatoria delle esigenze e delle risorse a disposizione delle famiglie anche in accordo con i centri estivi gia’ partiti, anche perche’ poi “mezza giornata” risolve il giusto per chi non sa a chi appoggiarsi.
Non si possono avere bambini di serie A e di serie B, tanto meno famiglie e ancor meno donne.
E poi questa cosa della gratuita’ e’ veramente populista e a mio avviso anche grave da un punto di vista erariale. Il Comune avrebbe potuto contribuire alle spese delle famiglie (come ha fatto per I bambini sopra I 6 anni) abbattendo i costi delle tariffe proporzionalmente a come avviene normalmente.
Sarebbe stata una importante sperimentazione, utile anche per restituire “vita” ad alcuni luoghi della città e per creare comunita’.
Il problema e’ che “avrebbe potuto” “sarebbe stata” sono gia’ fallimenti e non certo soluzioni all’altezza di lode.
Intanto se volessero rimborsare tutte le persone che come me si erano organizzate con I centri estivi e con assunzioni di babysitter il conto sarebbe gia’ di 200 euro circa cadauno.
Se qualcuno volesse provvedere gliene saremmo grate/grati in molte/molti ma non accadra’ anche perche’ si sa che in questa citta’ rinunciare ai privilegi affinche’ non ci siano DISCRIMINAZIONI ma PARI OPPORTUNITA’ non solo non paga ma ha anche costi elevati.