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La RESIDENZA che mancava di “Chiara De Lucia”

Ultimo aggiornamento: 7 Luglio 2020 by Redazione

“Mi dispiace ma non ho niente di disponibile per la sua ricerca, provi a richiamare piu’ in la’”
In questi giorni rispondere alle richieste delle persone che cercano un affitto e’ una pena.
Tutti in cerca di residenza.
Di un diritto diventato “lusso” destinato a pochi.
Tra contratti di lavoro “particolari” ricongiungimenti familiari, separazioni, numero di figli o anziani superiore a uno…Per non parlare poi dell’approccio diffidente (che dopo la pandemia e’ all’apice) e dei commenti verso l’altro. Sono tutti diventati “famigerati”.


A volte sono reali situazioni di fragilita’, che avrebbero bisogno di altro tipo di sostegno a volte solo pregiudizi e stereotipi.
Eppure molte di queste persone potrebbero avere tutte le caratteristiche per onorare un “contratto” ma vengono “tagliate fuori” senza neanche avere la possibilita’ di accesso al mercato, senza neanche poter produrre i documenti e le garanzie di cui sono in possesso.
Sia chiaro il proprietario deve essere tutelato e senza presupposti economici seri non puo’ prendere, e quindi io per lui, scelte azzardate o incomplete. Ma queste persone come fanno o faranno? Ogni volta che chiudo l’ulteriore chiamata sento delusione se non disperazione
Non fisso neanche piu’ appuntamenti se non ho prima tutte le informazioni perche’ alcune situazioni le reggo gia’ male a distanza, figuriamoci in presenza.
Oggi una signora con tre bambini e’ scoppiata a piangere al telefono chiedendomi “dove vado io se nessuno mi aiuta”? Non lo so e non potendo “aiutare” mi ritrovo ad essere anche abbastanza drastica nel dire a lei, come a tanti,  che la loro ricerca sara’ complicata se non impossibile. Alcuni sono sfiniti, stanchi, arrabbiati perche’ stanno cercando inutilmente gia’ da mesi.
Riguarda molti perche’ nella felice “Area Metropolitana di Firenze  e’ sempre piu’ difficile trovare un contratto di locazione ad uso abitativo di lungo periodo.
Gia’ prima della Pandemia la proporzione tra appartamenti destinati al “transito” (in prevalenza di tipo turistico con massima resa e minimi vincoli)  era aumentata a dismisura capovolgendo un rapporto che gia’ a partire dal 2016 si era incrinato penalizzando la residenza che, prima, era “scontata” ed ora “pagata a peso d’ora o legata all’umanita’ di qualche singolo ed illuminato proprietario (fare un contratto concordato vero diminuisce, fino ad annullare , il rischio locativo perche’ riflette nel prezzo  l’equita’ delli scambio creando un legame fiduciario chiaro ed onesto sin da subito)
Oggi la situazione e’ critica e anche pericolosa.
Perche’ senza una prospettiva di lungo periodo le persone non possono “costruire” un percorso stabile. Quindi la citta’ si riempie di “consumatori temporanei” che certamente non aiutano lo.sviluppo della comunita’, relegando quest’area alla “permanenza di chi puo’ acquistare” e all’allontanamento di chi prova a costruirsi una vita passo dopo passo.
La politica, come suo solito ormai, non solo ignora questo problema – che potrebbe essere  “tamponato prima e risolto poi” con lievi variazioni fiscali visto che e’ impossibile, data questa classe dirigente, ipotizzare una revisione realistica delle leggi ferme al 98 – ma anzi ha peggiorato la situazione.
Il Governo infatti ha certamente contribuito a creare un’emergenza abitativa estendendo la tassazione minima, prima prevista solo per gli abitativi concordati di lungo periodo, anche alle tipologie transitorie.
Nulla di piu’ errato.
Almeno prima per “avere agevolazioni fiscali” le persone dovevano comunque impegnarsi per un periodo minimo di tre anni e calcolare il prezzo della locazione in base agli Accordi territoriali che hanno avuto un pessimo “aggiornamento nel 2017” per omologarsi ai parametri minimi di Firenze che tutto hanno prodotto tranne che abbassare il prezzo e che anzi “stimolano” all’evasione.
Certo alcuni proprietari e conduttori hanno vere esigenze di transitorieta’. Il prezzo e’ calcolato sempre sugli Accordi ma il tempo massimo di “permanenza e’ da 1_18 mesi”
A fronte del breve vincolo temporale della proprieta’ pero’ alla locazione dovrebbe corrispondere una tassazione assimilabile e a mio modesto avviso addirittura maggiore, a quella del contratto libero, che certo non ha parametri per la determinazione del prezzo ma dove la proprieta’ si vincola almeno per quattro anni (se ha dei motivi previsti dalla legge per interrompere la locazione) se non di otto.
Il mondo, invece, va al contrario.
Consuma invece di costruire per pulirsi la coscienza con qualche contributo sulle bollette o sulla locazione una tantum.
La situazione non potra’ che peggiorare in autunno. Una politica seria dovrebbe porsi l’obiettivo di garantire a tutti la condizione di poter realizzare la propria persona e dovrebbe rimuovere tutti gli ostacoli ad ogni sorta di discriminazione.
Se la politica non riesce ad immaginare soluzioni (che per fortuna altre realta’ creano, progettano e realizzano) almeno dovrebbe lavorare sulla fiscalita’ piu’ che appiattirsi sui bisogni di lobbies piu’ o meno esplicite.
Mi si potrebbe obiettare che “solo con coscienza, cultura ed educazione civica” questi problemi posso essere d’accordo. Ma poi ho scoperto che per cambiare le cose bisogna che il vantaggio sia diffuso. Non si puo’ affrontare il disagio abitativo senza garantire il diritto di un proprietario ad essere garantito.
Purtroppo “senza vantaggio”, “senza convenienza” ho capito che non c’e’ neanche disponibilita’ all’ascolto, figuriamoci alla scelta.
Viceversa dove la proprieta’ ha le garanzie e le possibilita’ di conoscere si abbattono le distanze e I pregiudizi. Nell’equita’ di richieste e risposte stabili e convenienti.
Il tempo per pensarci era ieri.
Un’idea “buona” puo’ essere solo virtuosa per I proprietari, per I cittadini e per il carico pubblico.
Vanno prese iniziative serie
Presto.
Prima.

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