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La TRAVE che mancava

Ultimo aggiornamento: 28 Aprile 2020 by Redazione


Scegliere cosa alimentare dentro ognuno di noi.
Prestare attenzione alle “verità” che piombano all’improvviso perché di solito nascondono altro, “pretesti” per svincolarsi da ciò che non si vuole o può accettare, rivelare o sostenere.

Due ricordi di due momenti diversi che oggi cadono “a puntino” per due agganci:
uno nobile – l’omelia odierna di Papa Francesco –

“A volte i giudici non possono giudicare perché sono i primi ad essere già giudicati. Pensate a Pilato che “si lava le mani” perché, seppur chiamato a scegliere, non vuole intaccare il consenso del popolo…L’opinione diviene ingiuria…È un modo per farli fuori…Dal piccolo linciaggio quotidiano…alla Shoah” (di seguito il testo integrale di cui consiglio lettura)

e uno dettato dalla paura di una “squadra di bulli di professione” che si accanisce a cercare ovunque la pagliuzza altrui senza “esporsi” sulla propria trave nella piazza pubblica.
#operenonchiacchiericci

“Nella prima Lettura di questi giorni abbiamo ascoltato il martirio di Stefano: una cosa semplice, come è successo. I dottori della Legge non tolleravano la chiarezza della dottrina, e, appena proclamata, sono andati a chiedere a qualcuno che dicesse di aver sentito qualcuno dire che Stefano bestemmiava contro Dio, contro la Legge (cfr At 6,11-14). E dopo questo, gli piombarono addosso e lo lapidarono: così, semplicemente (cfr At 7,57-58). È una struttura di azione che non è la prima: anche con Gesù hanno fatto lo stesso (cfr Mt 26, 60-62). Il popolo che era lì, ha cercato di convincere che era un bestemmiatore e loro hanno gridato: «Crocifiggilo!» (Mc 15,13). È una bestialità. Una bestialità, partire dalle false testimonianze per arrivare a “fare giustizia”. Questo è lo schema. Anche nella Bibbia ci sono casi del genere: a Susanna hanno fatto lo stesso (cfr Dn 13,1-64), a Nabot hanno fatto lo stesso(cfr 1Re 21,1-16), poi Aman ha cercato di fare lo stesso con il popolo di Dio (cfr Est 3, 1-14). Notizie false, calunnie che riscaldano il popolo e chiedono la giustizia. È un linciaggio, un vero linciaggio.

E così, lo portano al giudice, perché il giudice dia forma legale a questo: ma già è stato giudicato; il giudice deve essere molto, molto coraggioso per andare contro un giudizio “così popolare”, fatto apposta, preparato. È il caso di Pilato: Pilato vide chiaramente che Gesù era innocente, ma vide il popolo, se ne lavò le mani (cfr Mt 27,24-26). È un modo di fare giurisprudenza. Anche oggi lo vediamo, questo: anche oggi è in atto, in alcuni Paesi, quando si vuole fare un colpo di Stato o “fare fuori” qualche politico perché non vada alle elezioni, si fa questo: notizie false, calunnie, poi si affida ad un giudice di quelli ai quali piace creare giurisprudenza con questo positivismo “situazionalista” che è alla moda, e poi condanna. È un linciaggio sociale. E così è stato fatto a Stefano, così è stato fatto il giudizio di Stefano: portano a giudicare uno già giudicato dal popolo ingannato.

Questo succede anche con i martiri di oggi: i giudici non hanno possibilità di fare giustizia perché sono già stati giudicati. Pensiamo ad Asia Bibi, per esempio, che abbiamo visto: dieci anni in carcere perché è stata giudicata da una calunnia e un popolo che ne vuole la morte. Davanti a questa valanga di notizie false che creano opinione, tante volte non si può fare nulla: non si può fare nulla.

Io penso tanto, in questo, alla Shoah. La Shoah è un caso del genere: è stata creata l’opinione contro un popolo e poi era normale: “Sì, sì: vanno uccisi, vanno uccisi”. Un modo di procedere per “fare fuori” la gente che è molesta, che disturba.

Tutti sappiamo che questo non è buono, ma quello che non sappiamo è che c’è un piccolo linciaggio quotidiano che cerca di condannare la gente, di creare una cattiva fama alla gente, di scartarla, di condannarla: il piccolo linciaggio quotidiano del chiacchiericcio che crea un’opinione; tante volte uno sente sparlare di qualcuno e dice: “Ma no, questa persona è una persona giusta!” – “No, no: si dice che …”, e con quel “si dice che” si crea un’opinione per farla finita con una persona. La verità è un’altra: la verità è la testimonianza del vero, delle cose che una persona crede; la verità è chiara, è trasparente. La verità non tollera le pressioni. Guardiamo Stefano, martire: primo martire dopo Gesù. Primo martire. Pensiamo agli apostoli: tutti hanno dato testimonianza. E pensiamo a tanti martiri, anche a quello che festeggiamo  oggi, San Pietro Chanel: è stato il chiacchiericcio a creare che era contro il re … si crea una fama, e va ucciso. E pensiamo a noi, alla nostra lingua: tante volte noi, con i nostri commenti, iniziamo un linciaggio del genere. E nelle nostre istituzioni cristiane, abbiamo visto tanti linciaggi quotidiani che sono nati dal chiacchiericcio.

Il Signore ci aiuti a essere giusti nei nostri giudizi, a non incominciare o seguire questa condanna massiccia che provoca il chiacchiericcio”

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