Oggi è la.Giornata Internazionale per la lotta al virus dell’HIV e all’Aids.
La campagna di sensibilizzazione fatta dalla Lila nella città metropolitana è riuscita a riportare la questione nel dibattito odierno su una malattia che sembra debellata e che invece coinvolge ancora troppe persone.
È una questione di politiche giovanili, di cultura, di stile di vita oltre che di salute.
Grazie alla collaborazione con Farma.net nel 2016 siamo riusciti negli anni, e ancora oggi, a mettere a disposizione le farmacie comunali (in particolare quella di via monti) per offrire la possibilità un test salivare gratuito preceduto e seguito da un colloquio di conoscenza e approfondimento.
L’affluenza è stata alta e di vario tipo.
Molto partecipato anche ogni incontro organizzato con i giovani che, al contrario di quanto si pensi, necessitano di un’attenzione costante soprattutto in ciò che riguarda il concetto di RISPETTO per se stessi e per gli altri.
Ecco il senso di legare questa giornata al 25 novembre (Giornata Internazionale contro la Violenza alle Donne). Ci si ammala se non ci si rispetta. La chiave è semplice e sempre la stessa “non fare al prossimo tuo quello che non faresti a te stesso”.
Lo Stato ad ogni livello deve assumersi la responsabilità di ristabilire un equilibrio, di “non partecipare indirettamente e senza controllo” alle stragi silenziose che ogni solitudine rischia in assenza di comunità.
Non solo è giusto perché la tutela di ogni individuo dovrebbe essere la vocazione dell’intera comunità ma anche solo semplicemente perché prevenire costa meno che curare.
Bisogna però proseguire nell’educazione oltre l’eventistica. Di qui il ringraziamento alle associazioni che quotidianamente sono al fianco dei più deboli e spesso colmano le assenze di una politica fatta di spot e giornate internazionali.
Si può fare, con poco, molto più di così.
È ora di accorgersene.
“Ciò che mi riguarda, ti riguarda come ciò che lo riguarda ti riguarda se siamo incatenati tutti insieme alla stessa bomba”.
Un pensiero, in particolare, a Maximiliano.
Chiara De Lucia Pari Opportunità
#Nonènormalechesianormale

“Non è normale che sia normale”
La questione femminile è derimente.
Credo fermamente che ogni momento dedicato ai diritti delle donne sia un’occasione per l’intera comunità, soprattutto per quella più fragile o più giovane.
Non è un caso che ovunque le donne, i poveri e i giovani siano il nucleo preponderante dell’astensionismo in quanto abbandonati dallo Stato, dal Pubblico che dovrebbe invece proteggerli e offrire loro opportunità, un concetto completamente differente dal pietismo e dall’assistenzialismo a cui siamo abituati in questo Paese a tutti i livelli.
Spesso, infatti, ci si sente abbandonati e quindi in trappola.
Bisognerebbe che le denunce avessero effetti immediati e che non si aspettasse come “prova di reato” il verificarsi di una tragedia.
Non si può lasciare nessuno alla mercé del proprio carnefice.
Noto è l’impegno dell’Onorevole Carfagna a riguardo. In questi giorni in particolare sta conducendo una battaglia “rivoluzionaria” per la sua semplicità. Violare una “restrizione” deve costituire una flagranza di reato, senza alcuna interpretazione. Non si può far vivere le persone nella paura, nel terrore costante per di più costatando che questo sistema miete vittime perché si aziona spesso quando ormai è troppo tardi. (https://alleyoop.ilsole24ore.com/2019/11/22/carfagna-fondi-ritardi-la-lotta-alla-violenza-le-donne-la-strada-lunga/)
Ogni atto violento che viene giustificato seppur parzialmente (“il famoso se l’è cercata”) ne genera molti altri per emulazione.
La violenza sta assumendo le più crudeli forme, (fisica, verbale, psicologica, economica, tecnologica, etc.) spesso perpetuate quotidianamente, in strada ma anche nei luoghi di lavoro e nelle abitazioni, al fine di rendere la persona vittima di violenza “ancella e schiava” dell’orrore e della paura
Sottile è diventata la violenza e ancor di più la sua giustificazione che si annida nei “tentacoli” di un perbenismo bigotto e pericoloso e in una “legge che non protegge”
È quindi un percorso collettivo e di lungo periodo – politico, culturale, istituzionale e legale – che coinvolge ogni parte del sé (individuo, famiglia, scuola, comunità e Stato).
C’è molto lavoro da fare, molta fatica ma non si può più restare immobili di fronte alla crudeltà dei nostri tempi.
“Non è normale che sia normale (la Poesia sfida il femminicidio) #femminicidio #canzone” https://youtu.be/Jq20gRdhlgI